UGO GANGHERI & NOMADIA  "'A via d' 'o tiempo (Timestreet)"
   (2017 )

Questo non è un lavoro qualsiasi. Non lo è musicalmente così come non lo è nel suo intento più profondo. Partiamo da questo ultimo aspetto: Ugo Gangheri è da tempo impegnato a mettere la sua arte al servizio dell’umanità, non con un impegno utopistico ma con contributi concreti, volti a ridare un sorriso a chi non ce l’ha ed a restituire la dignità a chi sembra non averla mai avuta. Per questo il cantautore napoletano si avvale dei validi strumentisti dei Nomadìa e di ospiti eccezionali come Giobbe Covatta, Brunella Selo, Gioele Dix, Erriquez della Bandabardò, Enzo Iachetti e il Coro Di Timboni Watamu, proveniente dall’omonimo villaggio del Kenya. Il ricavato dalle vendite del lavoro di Ugo Gangheri è destinato al GOF, God Our Father Centre for Needy Children di Watami. Soffermiamoci adesso sull’aspetto musicale, che vede “A Via D’ ‘O Tiempo (Timestreet)” essere un lavoro composto da undici tracce cantate in dialetto napoletano su ritmi latini americani, folkloristici, africani e musiche etniche del Sud del Mondo. Il dialetto è una lingua intima e spontanea, che penetra nell’animo più profondo delle sensazioni che si vogliono esprimere. Qualsiasi dialetto ha termini che sono di per sé intraducibili e che racchiudono significati inspiegabili nel linguaggio comune se non a prezzo di svuotarli del senso originario. Per questo motivo la scelta della lingua dialettale è fondamentale nel lavoro di Ugo Gangheri. L’apertura è affidata a “Mparate”, cantata in coppia con Erriquez della Bandabardò, che troveremo anche nella terza traccia “So PParole”, due brani in cui l’allegria e la malinconia si fondono in sonorità dal sapore mediterraneo. “’O Sole E ‘A Luna” è la seconda traccia, riflessiva, dolce, intensa, con il Coro Di Timboni Watamu ad ornare sapientemente la preziosità del testo e musica, conferendo alla musica stessa una leggerezza fuori dal comune. Altri tre brani vedono la partecipazione dei ragazzi del Coro: “LL’ Anema”, ammaliante e ipnotica con la sua fusione tra sonorità rock, ritmo africano e dialetto; la malinconica “’E Vvote Penzo”, che vede tra l’altro la partecipazione di Gioele Dix, da ascoltare ad occhi chiusi in religioso silenzio; la title track, che chiude il lavoro con un’esplosione di allegria e la voce di Giobbe Covatta, che nel finale strappa un sorriso con un ringraziamento all’ascoltatore e la sottolineatura che il ricavato dalla vendita del disco va devoluto ad un orfanotrofio in Kenya. “Stelle Antiche” e “LL’ Appuntamento Cu ‘E NNuvole” sono due tracce delicate, cantate dal solo Ugo Gangheri, accompagnato dalla sua fedele chitarra, con melodie che sprigionano poesia e arpeggi intinti di leggerezza. Sapori mediterranei si trovano anche in “’E Scie” e in “Puortame”, che vedono la partecipazione di Brunella Selo, mentre Enzo Iachetti duetta in maniera convincente e allegra in “’O Mbriaco”. Nel complesso siamo di fronte ad un lavoro nato con una duplice nobiltà: una nobiltà di intenti, che sono volti alla beneficienza, coinvolgendo ospiti tanto illustri quanto sensibili ad opere di questo genere; e una nobiltà d’animo che si ha toccando, in meno di un’ora, temi sonori autentici con una lingua intima e profonda, anche se di non facile comprensione. Questo è il valore aggiunto del lavoro di Ugo Gangheri che, come in ogni suo progetto, non smette mai di stupire. (Angelo Torre)