DEAD & BREAKFAST  "Rebirth"
   (2017 )

Quarto lavoro dei Dead & Breakfast, l'album "Rebirth" si discosta dal precedente percorso punk, per approdare in un heavy metal che forse si confà maggiormente alle intenzioni horror della band, difatti la titletrack è la canzone di chiusura e parla proprio della loro rinascita. "Dead & Breakfast" è anche il titolo di una commedia horror del 2004, di quelle che mischiano splatter a umorismo, ed in effetti dai testi delle canzoni emerge una certa autoironia, nonostante le malvagità narrate. La voce, tendente al registro medio-basso, canta velenosa e per l'approccio ha delle affinità con Alice Cooper, avvertita dal pezzo d'apertura "The devil inside"; in "Nightmare" si parla di voci nella testa che ridono, fanno sanguinare e sospirano segreti immondi. Il ritmo della canzone a metà varia, dallo shuffle iniziale a una corsa heavy; altrettanto veloce la seguente "Tarantula", dove la perfidia si fa protagonista: "I love when you cry (...) living your nightmares, I enjoy the show". La chitarra sceglie dei pattern melodici gotici, affini agli stilemi della paura (in uno special qui c'è anche un'armonia diminuita), ma in generale tutti i brani si basano sulla classica scala pentatonica; difatti la suggestiva "Timmy" si potrebbe definire un blues metal, con tanto di strascichio in 6/8. Timmy è un bambino che balla con un fantasma, ma non anticipiamo altro. "Inch by inch" è un altro minaccioso pezzo: "Just forget your life, this is the end of everything", e voli pindarici poetici abbondano anche nella descrizione dell'atto d'amore in alcova: "I can fuck you all night long baby!". Un'operazione bighellona potrebbe essere quella di contare tutti i "fucking" cantati nell'album, che sono ridondanti quanto in un rap di Fred Durst; ma, come detto, l'autoironia è imperante, e con la nuova formula metal la band sembra aver trovato una sua identità in maniera più definita di prima, tant'è che anche una canzone dell'album si chiama "Dead & Breakfast" e recita: "We are Dead & Breakfast (...) ore more song, one more fucking zombie show". Il ritmo di questo pezzo sarebbe un semplice e scatenato rock and roll, se non fosse reso hard'n'heavy dal sound, un'operazione che ricorda quella degli Enuff'z'Nuff in "Saturday". E allora, che si accendano i fuochi sul palco e che abbia inizio lo zombie show! (Gilberto Ongaro)