VOLKER BOHM  "Endless undo"
   (2017 )

Il battito, l'impulso base del ritmo, può emanciparsi da mero accompagnatore della musica e diventare protagonista in maniera dignitosa? Volker Bohm, musicista elettronico svizzero, ritiene di sì. Abile a programmare il computer come strumento musicale, nell'album "Endless Undo" fa percepire lo sforzo, e la pazienza certosina che ha avuto, nel creare un mondo sonoro costituito principalmente da beat elettronici, meticolosamente lavorati, moltiplicati, effettati e pitchati (cioè alzati e abbassati di altezza) ed infine orchestrati, come fossero frammenti di un'armonia d'archi, anziché di rumori. Il titolo dell'album allude al comando "undo" dei programmi di scrittura musicale, che consente di correggere un azione considerata errata, e probabilmente tale opzione è stata frequentata parecchio, per arrivare alla perfezione del sound desiderato in tutti i suoi aspetti: altezza, intensità, durata, timbro. I cinque brani si presentano come fittissime texture che a volte ricordano gli esperimenti più arditi di Aphex Twin in "DrukQs". "Heissenberg" comincia con rumori elettronici ottenuti con brevissimi pattern che danno una sensazione tridimensionale di carta stropicciata; poi note in reverse di pianoforte e accordi jazz compaiono a sorpresa come cluster, e suoni pesantemente levigati. Anche "Liub" contiene situazioni simili, circondate però da stimoli che paiono provenire da un macchinario supertecnologico. "Dezember" sembra costituito da sbuffi di vapore, cinghie di catene, note solitarie di pianoforte, vasi spostati, e altre impressioni molto soggettive che senz'altro variano da ascoltatore ad ascoltatore. Si crea un ambiente che, dato il titolo, fa pensare a una notte nebbiosa sporcata dalla luce arancione dei lampioni. Dopo impulsi da calcolatore e bicchieri di cristallo, il brano si conclude con suoni liquidi, che poi tornano nell'introduzione del successivo "Klicker", che, trasportandoci su un ruscello... di lava, ci fa esplorare la Pangea, con tutti i vulcani ancora attivi e tanta, tanta cenere (pixellata) nell'aria. Un certo beat, spinto tanto verso l'acuto, diventa un suono argentato che gioca sugli armonici. Come dessert arriva "Madeira", tra ronzii ottenuti disturbando i jack dei cavi e sirene lontane e minacciose, un suono polifonico dal tono chiuso trasmette una staticità oscura. Con tutta evidenza, è musica ottima per installazioni artistiche e performance di arti ibride; difatti Volker Bohm ha già collaborato con iArt, Martin O ed altri. Anche in un lavoro esclusivamente musicale come questo "Endless Undo", l'artista sa creare affascinanti ambienti surreali. (Gilberto Ongaro)