MUFFX  "L'ora di tutti"
   (2018 )

Per chi non lo ricorda, la scherzosa espressione "Mamma li turchi!" ha una terribile origine. I soldati turchi erano noti per la loro ferocia, e nel XV secolo furono protagonisti della famigerata Battaglia di Otranto. La prog band salentina dei Muffx ha deciso di realizzare un concept album dedicato alla vicenda storica; il titolo riprende il nome del romanzo di Maria Corti del 1962, "L'ora di tutti". Quattro capitoli strumentali che risaltano le capacità narrative del gruppo, senza far uso del canto. "Un'alba come tante", introdotta da uccellini, fa comparire prima il riverbero, e gradualmente il suono della chitarra, che esegue un arpeggio stoppato alquanto allarmante. Un basso gommoso ed un solenne refrain, con fiati di tastiera, preludono all'inizio di un'avventura. Il sound omaggia il filone prog italiano anni '70. E' l'alba del 12 agosto 1480, quando i turchi iniziarono il massacro. Nell'esplicito titolo "Vengono dal mare", con riferimento al loro sbarco a Brindisi, lo scontro ha inizio, e un turbinio di chitarra e di basso distorto chiamano alle armi la batteria, con un ritmo terzinato. Il veloce tema passa dalla chitarra alle tastiere. Il sound è aggressivo ed è squisitamente live. Il terzo brano, "Ottocento", è dedicato agli 813 martiri che durante la battaglia si rifiutarono di convertirsi all'Islam, e furono decapitati. I martiri sono stati canonizzati da Papa Francesco nel 2007. Rievocare un avvenimento del genere in questi tempi ha un che di sinistro. Così come è minaccioso il basso, quando ripete un loop di ottava, sul quale la chitarra solista esegue degli arabeschi. Il tastierista contribuisce al clima di paura utilizzando un suono whistle, che fischia sulle armonie diminuite. Dei violenti colpi introducono l'ultimo pezzo, "Bernabei". Il nome fa riferimento a un carnefice turco, che "di fronte al coraggio dimostrato dai martiri si sarebbe convertito all'istante al cristianesimo" (D. Rielli, ''Lascia stare la gallina'', ed. Bompiani, 2015). Questo quarto ed ultimo capitolo ha un suono graffiante di chitarra, che ad un certo punto viene seguita all'unisono dalla tastiera, ed insieme eseguono un tema orientaleggiante, in sintonia col personaggio dipinto. Il brano termina agitato, così come è violenta la fine di Bernabei, impalato dai suoi compagni per il "tradimento" religioso. I Muffx così ci rinfrescano la memoria, portando un episodio della storia italiana preunitaria, e componendo una musica avvolgente e coinvolgente. (Gilberto Ongaro)