LADY UBUNTU  "Signore se esistessi non sentirei il ritmo orrendo del pensiero che si avvita"
   (2018 )

"Ubuntu" è una parola africana che significa "noi" in un senso ampio, noi umanità nel senso più conciliante del termine. Bene. Ora buttate via tutto. Lady Ubuntu è un progetto tutt'altro che conciliante, è un insieme di basi elettroniche sopra le quali Francesco Lonetti parla, urla e sussurra. Per basi elettroniche non si intende un flow fatto di suoni moderni e tridimensionali, ma proprio le basi grezze, con suoni da demo, basso smaccatamente finto, rullante più piatto della 808 e così via. Una scelta radicale voluta per spingere ulteriormente verso il basso le parole già rabbiose, come se gli Atari Teenage Riot utilizzassero i programmi musicali scolastici. Così era all'esordio, così è ancora con questo album chiamato "Signore, se esistessi non sentirei il ritmo orrendo del pensiero che si avvita". Il lungo titolo prelude a una serie di riflessioni inquiete. "Signore se esistessi" è divisa in due parti, la prima avvia il disco e introduce un organo da chiesa, dove viene eseguito un canone stonato che ripete il titolo, poi parte l'elettropunk. La seconda parte (penultima traccia) contiene la presunta risposta (poco convincente) di Dio: "Con tutto il cuore devo dirvi che però non posso esistere (...) mi raccomando, però, niente paura, e forza, avanti così, stringete i denti, tagliatevi la barba". Lonetti, barbuto e capellone come un profeta in mutande, ci tiene ad essere irritante, anche se a volte la disperazione esasperata può cadere nel ridicolo. "Lo senti? (quello che ti schiaccia)" è una serie di domande alle quali non vorremmo cercare una risposta: "Hai salutato tutti? Hai salutato le tue cazzate da pubblicitario?". La risposta nella traccia successiva, la velocissima "Epoca stupida e feroce". Un'invettiva contro la nostra opprimente epoca, dove "ogni sogno è paura e vergogna". Non c'è spazio al di fuori del pensiero unico: "Io ti faccio il culo ma vinci sempre tu". Conclude il verdetto pessimista: "Non c'è modo di sopravvivere per un uomo in quest'epoca". Come cantava Bowie in "Sue", "In a season of crime no need atone", e questo passa anche attraverso la concezione della donna. In "Donna-buio" sentiamo una dedica ben poco romantica: "La tua bocca malvagia mi invita a farti del male (...) le tue tette sono cattive notizie (...) la tua fica è potere". Alla fine chiede sarcasticamente scusa alla vittima: "Scusa se con questa canzone ti ho fatta a pezzi, lo sai, ti odio tutta intera". Poi è il turno di un sermone in 6/8: "Quello che penso realmente della politica (blues)" dove, in sintesi, l'idea è che la politica sia stata rovinata dall'economia e dagli economisti. Il tono sembra quello di Grillo: "Fottetevene dell'economia!". Nella traccia seguente, "Il denaro", si ripete ossessivamente "Odio il denaro!", specificando però: "Non il piccolo denaro dalla tua fatica, ma (...) il grande niente che si muove tra ciò che è atrocemente duro, reale e pagato". Il racconto di "Insulina per cani" è il più allarmante dell'album: un certo R.E., proveniente da un quartiere "difficile, diciamo di forte immigrazione", va in farmacia in cerca dell'insulina per cani, e spara al farmacista "perché gliel'ha detto Dio, di togliere il male da tutto il mondo". L'interpretazione è lasciata all'ascoltatore: un ovvio attacco alle lobby farmaceutiche, o un pazzo che uccide perché dà ascolto all'uomo invisibile che chiama Dio? Alla fine dell'album c'è un remix di questo brano, con la partecipazione di un altro outsider, ancora più orgogliosamente di basso profilo: La Tosse Grassa. Invece "He resigns" ospita il Re Tarantola, e il disagio aumenta: "Odio il mio corpo (...) odio chi mi somiglia". L'ultima traccia è la seconda metà del titolo dell'Lp: "Non sentirei più il ritmo orrendo del pensiero che si avvita". Qui la voce è velocissima e raggiunge il picco d'ansia. Termina la traccia una voce pitchata verso l'alto che, partendo dalle paranoie che danno le conversazioni nei gruppi Whatsapp, arriva per voli pindarici a crisi esistenziali. C'è una bonus track, o presunta tale, intitolata "Maledetta melodia (le musichette del nulla)", che ovviamente se la prende con le musichette pop, ma non concede di sentirne una come fa Cristicchi in "Ombrelloni". Se volete litigare con qualcuno una sera, mettete su i Lady Ubuntu, che farebbero innervosire qualunque avversario. (Gilberto Ongaro)