LUCA MORELLI  "The awakening"
   (2018 )

Non è stato semplice recensire “The awakening”, il primo disco in piano-solo del compositore e musicista Luca Morelli, perché tutte le volte che ne volevo parlare da un punto di vista tecnico e stilistico, le sonorità introspettive del progetto mi portavano a divagare dentro la mia sfera emotiva, facendomi viaggiare in una dimensione non terrena, a tal punto da riuscire ad esprimermi solo con le emozioni.

Gli undici brani che compongono “The Awakening” sono la perfetta declinazione del significato della parola musica: l’ascolto dell’intero disco, infatti, è una tempesta di sensazioni ed emozioni, è una volta notturna costellata di note ed accordi, è un viaggio nello spazio e nel tempo, dove ad accompagnarti ci sarà la “positiva” malinconia e l’alternanza inalienabile di gioia e tristezza, di leggerezza e profondità dell’animo umano.

Il viaggio immaginario, alla ricerca del proprio mondo interiore, inizia fin da subito con “The awakening”, il componimento che apre il disco, e bastano le prime semplici note per dare inizio al magico viaggio emozionale di Luca Morelli.

Le melodie sembrano concepite per una narrazione visiva dell’animo, e così il garbo e l’eleganza di “Come back the truth” mi fa scorrere davanti agli occhi immagini e ricordi patinati, mi strappano un sorriso e poi una dolce carezza quando capisco che, con il suo cambio di atmosfera, sta iniziando “Grandpa Mario” e con esso anche il personale ricordo del suo “amato nonno”.

La raffinatezza delle tensioni armoniche e espressive continua con “Endless sunset”, un infinito tramonto dalle limpide linee melodiche, che aprono una finestra su “Behind the scenes”, un tenero omaggio al ricordo dell’incontro con il Maestro Ennio Morricone.

E proprio al grande Maestro sembra ispirata “Yellow flowers”, dove spicca in maniera esaltante il genio compositivo di Morelli, che con il fraseggio limpido e con un’equilibrata varietà stilistica, mette in evidenza la sua radiosa inventiva.

La malinconia di un ricordo che ancora brucia dentro, incornicia le delicate note di “If you leave here” e “One year ago”; e ancora immagini di caldi abbracci, di pacate risate, di fugaci sguardi paterni si impossessano del mio animo. I repentini cambi di andatura di “The Song” mi creano inquietudine, quasi ad accrescere il dolore per quella persona amata che adesso non c’è più.

Ma poi come d’incanto tutto sfuma, capisco che la malinconia non deve essere rimpianto e così, ancora una volta, le mani fatate di Luca e il componimento delicato di “Nocturne in B minor” e di “Rossana” mi infondono la giusta serenità per tornare a sorridere e a farmi cullare dai dolci ricordi.

Adesso che è finito l’ascolto di “The awakening”, come suggerisce il titolo dovrei “risvegliarmi” per darne il giudizio tecnico e il solito voto al disco, ma se lo facessi svanirebbe la magia e l’emozione che Luca Morelli mi ha donato con il suo componimento, per cui mi limito ad un sincero e sentito: “Grazie”. (Peppe Saverino)