FERRO SOLO  "Almost mine: The unexpected rise and sudden demise of Fernando part 1 "
   (2018 )

Il nuovo album di Ferro Solo non è altro che il disco solista di Ferruccio Quercetti, che nel suo debutto riprende le lezioni assimilate in oltre vent’anni di vita di band rivisitandole con sapienza e originalità. È accompagnato da tanti musicisti della scena indie, come Sergio Carlini, Andrea Rovacchi, Riccardo Fabretti, Luca Giovanardi, Ulisse Tramalloni, i Giudas e i Fernandos, la band che accompagnia Ferro dal vivo.

Aprono le danze l’aggressività punk di “Got Me a Job”, le rabbiose sfuriate di “It’s a Girl”, il romanticismo démodé e decadente di “Hamlette”, il cinismo di “You Don’t Have to Tell Your Story”. Questi quattro brani formano già il primo terzo del disco e indicano in quale direzione stia andando Ferruccio Quercetti, storico chitarrista e cantante dei mitici CUT, gruppo noise e punk di Bologna, un’autorità gigantesca nel Nord e Centro Italia e non solo. La coltre epica di “Perfect Stranger” cozza con l’euforia psicotica di “This Daddy’s Girl”, ferocemente ironica e a tratti inquietante; “He Spies” riparte dalle sonorità punk-blues dei CUT per restituire loro qualcosa di indicibile e misterioso, mentre “Doppelganger” ricrea le atmosfere dei film noir dei ‘50s in chiave, però, contemporanea e rock. Visioni di Joe Strummer, B-52 ed Elvis Costello affollano la scena: la voce di Ferro è modellata proprio sul leader dei Clash e su quella di Costello, mentre l’andamento ritmico e lirico è in parte clashiano e in parte statunitense, con il punk e l’hardcore ‘80s della West Coast evidentemente citato.

Nella “Indifference” del tragico momento musicale che si sta vivendo in Italia, tra cantautori strambi, trapper tremendi e pop di livello infimo, Ferro Solo dimostra di avere talento e voglia da vendere, anche rimanendo ancorato a idee molto fisse. Quando ci sono la qualità e l’orecchio, non mancano, di conseguenza, l’ispirazione e la bellezza cristalline. Il brano “Indifference” è per metà uno sfogo e per metà una dichiarazione di intenti e di indipendenza da qualsiasi etichetta (anche musicale) esistente. “Gala” è una ballata pianistica più vicina ad alcuni episodi di Elvis Costello, altro personaggio imprescindibile per Ferro. “Better Than Me” è Mescaleros all’ennesima potenza nella voce strummeriana, nei cori splendidamente disordinati e nelle chitarre punk-pop, mentre la conclusione “Almost Mine” è una ballata folk in pieno stile Wilco, fonte che raffiora poco ma che probabilmente è tra gli ascolti (ampissimi) di Ferro. “Almost Mine” è un album potente, ispirato, pieno di grandi pezzi, e dimostra quanto Quercetti sia talentuoso e variegato. Ed è solo la prima parte... (Samuele Conficoni)