GIANNI CARBONI  "La base"
   (2018 )

A due anni di distanza dal suo debutto solista, è tornato Gianni Carboni, chitarrista e cantautore sassarese e molto attivo anche nelle vesti di produttore. Il nuovo album si intitola “La Base” e include tredici tracce che manifestano già notevoli passi avanti in termini soprattutto musicali, con un maggiore e più ragionato ricorso all’elettronica, ma anche di scrittura, che riflettono l’influenza esercitata da tutto ciò che Gianni Carboni ha letto in questo periodo e dalla passione per la poesia. Il nuovo approccio è immediatamente visibile con l’opener “Percorsi Incoerenti”, mentre il legame col pop e l’attitudine più cantautorale restano limpidi nella titletrack. Questo tipo di variazione è frequente in “La Base” e ciò tiene sempre viva l’attenzione dell’ascoltatore. Dal sottotesto elettronico e acidulo di “La città che non dorme mai” si passa agli intarsi pianistici di “Diario di un soldato”, mentre più avanti il disco affronta uno dei passaggi più particolari, con i synth scurissimi di “Underdog” e l’elettricità delle chitarre di “Il rock è morto”. Il disco riacquisisce lentamente solarità con “Borderline” e “Vulcano tascabile”, poi si resta su territori puramente elettronici con la severità di “Oro verde” e la new wave di “Accendo un cero”. In chiusura troviamo una libera rivisitazione di “Message in a bottle” dei Police e un’ottima “Dark waves”, realizzata in compagnia di Andrea Manca. “La Base” è un prodotto per larghi tratti convincente e un importante tassello verso la definitiva maturità artistica di Gianni Carboni. (Piergiuseppe Lippolis)