FRANCESCO BACCINI  "Nudo"
   (1993 )

Vai te a capire, come mai, quando si tocca l'apice, tutti comincino a ritenersi insoddisfatti, poco compresi, eccetera. Va bene che a fare sempre il saltimbanco la gente può anche dimenticarsi che sotto c'è anche un'anima, ma quando la ruota gira bene è anche fastidioso volerla fermare ad ogni costo. "Nudo" riprendeva sempre il classico stile di Baccini, dove di ogni cosa veniva raccontato più il lato surreale che non quello immediato, ma forse non ci si divertiva più come un tempo. E "Ho voglia di innamorarmi", quasi un disperato inno del single che non ce la fa più a farsi il caffè da solo, era forse troppo poetica per chi, magari, da lui si aspettava un'ennesima "Donne di Modena". C'era la malinconia di "Rifacciamo il muro di Berlino", c'era l'inno dei mondiali di ciclismo, c'erano tante cose ma forse con una visione amara, a partire dalla titletrack "Nudo". Le cose non sarebbero più state le stesse: Baccini avrebbe anche cercato di tornare all'ironia dei tempi d'oro, ma il pubblico iniziò a girargli le spalle. E cosa avrebbe detto De Andrè, suo amico, davanti ad un Baccini che perse dignità e si fece ridere dietro prendendo picche su picche, in un reality, da una smorfiosetta che proprio da una canzone del Fabrizio aveva preso il suo nome d'arte? (Enrico Faggiano)