iBERLINO  "Urban graffiti"
   (2019 )

Un anno e mezzo dopo il brillante “Hai mai mangiato un uomo?”, “Urban graffiti” segna il ritorno del quartetto bolognese iBerlino: cinque inediti pubblicati per CD Baby e Labiondarecords, con la produzione di Lorenzo Lambertini, definiscono lo spostamento verso sonorità ed atmosfere più lineari ed accomodanti.

Se “Urban” esordisce su un registro anni ottanta ripassato in salsa Daft Punk, “La preda” è dance notturna insinuante, tramutata a metà in uno strumentale contorto; “Il circolo del sole” inizia nel solco delle passate trame ondivaghe, salvo aprirsi in un ritornello arioso, pervaso della medesima eleganza che innerva i pregevoli echi dub di “Quel silenzio fatto di impressioni”. In chiusura, rivisitano “Urban” su un registro più composto e rarefatto, quasi astratto. Mi ricordano in vari punti lo stile di Giuseppe Righini, altrove un incontro di Virginiana Miller e Dorian Gray, sospesi come sono tra oscure pulsioni ed una naturale propensione a melodie sì ampie, ma mai di immediata assimilazione.

Resta da indovinare la traiettoria complessiva, il disegno finale in questo spostamento di lato comunque apprezzabile, a suo modo curioso. Rispetto ai recenti trascorsi, il linguaggio trova semplificazione all’insegna di un synth-pop levigato ed accurato nella forma; prosciugato da ogni tentazione o accento art-rock, “Urban graffiti” perde forse in complessità, ma acquisisce sfumature inattese che lo aprono a soluzioni futuribili. (Manuel Maverna)