LEIBEI  "My earth my heart"
   (2020 )

Sinceramente non saprei dire quale incarnazione delle LeiBei sia preferibile. Se quella primigenia che fruttò “In cauda venenum”, anno del Signore 2010, post-grunge in italiano, o quella attuale della rentrée, sonorità più levigate e testi in inglese.

Certo, qui non c’è un pezzo come “Argentina mon amour” o un riff come quello de “La dottrina dell’incoerenza”, ma l’anima in fondo è la stessa, come non è mutata quell’inclinazione alla mestizia, ai suoni profondi e plumbei, alle tonalità minori.

Senza più la co-fondatrice Serena Sacchetti sono rimaste Erica Martini e Silvia Raggetti a portare avanti un progetto che conserva quasi intatta la medesima oscurità che fu, un qualcosa di sottilmente introverso al servizio di brani che non saranno magari pezzi-killer, ma che scorrono agili lasciandosi godere nella loro sostanziale semplicità.

Trovo – ma è puramente soggettivo - che l’italiano rendesse più personali le loro storie. Più vissute, più sentite, più vicine. Ma la vita continua, i percorsi cambiano, ben venga l’inglese se rispecchia il mood corrente.

Aperto dal bell’ingorgo saturo ed incalzante di “Not enough space”, preludio ad una “All mine the city” che sa di Warpaint con i suoi bassi liquidi e la voce mixata a distanza - un po’ sussurro, un po’ svagato lamento -, l’autoprodotto “My earth my heart” propone nove tracce umbratili ma sostenute, provvidenzialmente coadiuvate – a tratti perfino esaltate – dal lavoro di un guru del suono come Gianluca Lo Presti.

Ha buone intuizioni, scosse dall’elettricità nervosa di “I mess you” o dall’introversione à la Cure di “Craziness and time”; sublimate nella linea di piano che impreziosisce l’eleganza di “Tango”; sottolineate dall’elettropop incattivito di “Bride funeral”, dall’up-tempo fluido di “Heart of a beast”, dal quadrato punk leggero à la Hole di “After all”.

E’ un disco onesto e diretto: fa bene ciò che deve, con sincera umiltà, magari senza la foga e l’irruenza frontale dei bei tempi andati, ma senza perdere di vista le passioni di sempre. (Manuel Maverna)