ANDREA ZANZA ZINGONI  "Quattro passi col fantasma"
   (2020 )

Sarà anche l’altra sua occupazione che l'aiuta (filmmaker), ma Andrea Zanza Zingoni la musica la scrive con un forte senso immaginifico ed evocativo. E quest’anno non poteva non rimanere artisticamente colpito dal lockdown. Già l’esordio l’anno scorso, seppur molto cantato, mostrava l’interesse nel creare atmosfere psichedeliche e fasi strumentali dilatate. Ora è il momento ideale per sognare mondi paralleli, dove riversare le nostre inquietudini, trasformandole in qualcosa di magico. Così esce l’EP “Quattro passi col fantasma”, passi che corrispondono ai quattro brani di cui è composto. Il primo è “0202”, il rovescio di quest’anno. Strumentale, si tratta di un rapido battito messo in loop, sul quale la chitarra esegue ripetutamente un accordo arpeggiato di chitarra in settima, in un crescendo di tensione. La chitarra acustica arpeggiata è ancora protagonista in “Come il sabato”, suonando sospesa e morbida. Il calore viene bruscamente interrotto due volte da un angosciante suono synth gravissimo, statico e glaciale, con sopra inquietanti ululati che ricordano un giovane Roger Waters. Dopo la seconda incursione di quest’incubo sonoro, Zingoni inizia a cantare due frasi, ripetendole come un mantra: “(…) liberami da questa nebbia alla testa, soffiala via, anche dal cuore”. Nella coda dall’incedere malinconico, si aggiunge una soffice chitarra elettrica. Molto suggestivo il breve terzo pezzo, “Perugia”: il pianoforte è preparato, leggermente scordato, e vibrante come quello di “Echoes” dei Pink Floyd. Tra suoni ariosi e la chitarra ipnotica, Andrea dedica diversi versi a una stradina perugina: “Via Imbriani, cattiva strada, empia e silente tessevi un dolor (…) fatta a discesa, tu m'hai preso il cuor”. Su Google Maps, si vede che via Imbriani a Perugia è una di quelle bellissime viuzze italiane, strette tra file di case coi mattoni a vista, sovrastata da un portico. Infine, ribaltando il primo titolo, l’EP si chiude con “2020”. L’aria è meno tesa, è più d’attesa, tra suoni incantati ed avvolgenti, ed altri invece secchi e puntuti, per un viaggio di 9 minuti. “Quattro passi col fantasma” è un paesaggio psichedelico che cattura la mente facilmente. (Gilberto Ongaro)