CARSICO  "Terra/Cielo"
   (2021 )

Il cantautore torinese Francesco Cavecchi, in arte Carsico, ci presenta il suo album ''Terra/Cielo'', un lavoro di 8 tracce frutto di una lunga ricerca sonora, cruda ed immediata, che lo rappresentasse al meglio.

Ascoltando l’opera si capisce subito che siamo di fronte ad un artista consumato dagli eventi della vita, tra canti e accordi celebrati come se fossero la liberazione delle sue pene. La sua voce profonda e confidenziale galleggia in un equilibrio perfetto tra canto e musica.

L’apertura di ''Terra/Cielo'' viene affidata al brano ''Itaca''. Sonorità danzanti e avvolgenti raccontano di un testimone divenuto amico di una traversata per sfuggire alla miseria. Non ho potuto che apprezzare il perfetto equilibrio tra canto e musica, l’inserimento di percussioni elettroniche mescolate ad arrangiamenti acustici ed il costante arricchirsi di suoni man mano che il brano si evolve.

''Brucia'' è un inno ad esorcizzare tutte quelle cose che continuano a farci male nell’angolo grigio della nostra mente, accompagnata da un crescendo musicale sempre più intenso come se tutti i ricordi più cari scorressero come una pellicola davanti ai nostri occhi.

''La maga'' è una canzone leggera e spensierata, vuole rendere omaggio ad uno dei personaggi di ''Rayuela'' di Cortazar. Un brano descrittivo che ci restituisce il ritratto di questa figura che come una madre ci accoglie, riscalda e cura il freddo della realtà.

''Oracolo'' parla del fallimento di un angelo nel redimere l’umanità e che rimane solo, col suo canto rivolto al cielo. Una metafora che racconta la realtà in cui viviamo, in cui gli esseri umani continuano a ripetere gli stessi errori senza mai davvero elevarsi ad un bene comune. Ritmi tribali ed echi liturgici fanno da contorno.

''Tempo'' chiude il piccolo arco narrativo iniziato col brano precedente ''Oracolo'', attraverso una narrativa in cui s’immagina un futuro diverso attraverso armonie inquiete e cori femminili che suggeriscono visioni e rafforzano concetti di una flebile e fumosa speranza.

Con ''Filastrocca'' si torna su atmosfere più distese e vuole essere un tributo a ‘When the ship comes in’ di Bob Dylan, tributo molto riuscito a mio parere anche perché non vuole tradire strumenti cardini del sound di Dylan come l’armonica ma, invece, riesce a farli suoi risultando sempre e comunque autentico.

''Noi'' è il brano più autobiografico dell’opera di Carsico. Racconta la fine di un grande amore mettendo in musica tutte quelle sfumature che lo componevano, gli episodi e le considerazioni finali dell’autore. La voce di Francesco è quasi commossa: avendo vissuto quelle emozioni in prima persona, Carsico dà vita ad una interpretazione di assoluto livello, rimarcando, probabilmente, il fattore scatenante: ‘L’errore è pensare che tutti allo stesso modo potremmo funzionare’.

''Terra/Cielo'' si chiude con l’ottavo brano in versione acustica: ‘Non sai’. La traccia parla di quei dialoghi che conosciamo tutti molto bene: quelli di cui si parla di tutto e non si parla di niente. Sono quei dialoghi che lasciano le persone in bilico, aumentando le loro insicurezze, rendendo i rapporti tesi e gli spettri sempre più presenti. L’incompiuto tormenta queste note, tra quello che è e quello che poteva essere.

Siamo alle conclusioni. L’album è un piccolo-grande scrigno dove, all’interno, si nasconde il viaggio di un’esistenza, quella di Francesco Cavecchi che, come un abile artigiano, ha scolpito e modellato i brani a sua immagine e somiglianza, restituendo all’ascoltatore un lavoro vero e maturo. Da ascoltare. (Silvio Mauro)