PATRIZIA CIRULLI  "Fantasia - Le poesie di Eduardo in musica"
   (2022 )

Geniale, ribelle, passionale, ludico, ironico. Tutto ciò è stato il grande Eduardo De Filippo, alla cui poesia si è ispirata Patrizia Cirulli per il suo ultimo album dal titolo "Fantasia", che raccoglie la trasposizione in musica delle dieci più famose poesie del compositore napoletano.

La brava artista lombarda non è nuova a tali esperimenti, avendo già avuto a che fare con l'ars poetica di Pessoa, Gabriele D'Annunzio, Salvatore Quasimodo ed Alda Merini in un precedente e fortunato lavoro, "Mille baci": ma Eduardo è forse l'artista che più profondamente l'ha segnata, rivoluzionandone il modo ed il canone estetico di intendere anche attraverso la musica. Un lavoro che parte da lontano, a metà del 2016, con il precedente e sopracitato album, in cui assieme a quei poeti straordinari figurava anche una poesia di De Filippo: "Quanno parlo cu' tte", che musicata, ha scatenato in Patrizia un vero e proprio raptus compositivo: quello di mettere in musica le altre dieci poesie di Eduardo rimaste nel cassetto.

Il risultato è quello di una ricerca artistica lunga e instancabile, in favore di un'arte diretta, energica e vitale. Un innamoramento che non è giunto a livello razionale ma a livello emotivo, "un qualcosa che è valso una scoperta cui mi sono fortemente appassionata".

Patrizia Cirulli sposa il dialetto napoletano in modo umano, lei che dista diametralmente dallo stesso, cantando all'inizio senza usare la chitarra ma entrando sempre più nell'animo della veracità del partenopeismo poetico. Il centro di questo album è l'incontro tra stile antico e contemporaneità con l'uso di chitarra, liuto, mandola e mandoloncello, i cosidetti cordofoni, e gli archi: violino, viola e contrabbasso.

Dentro il disco è impossibile non cogliere di primo acchito l'incanto che si mescola alla delicatezza, e ognuna delle poesie diviene una tappa in grado di ripercorrere la straordinaria avventura creativa di Eduardo. Patrizia ha assommato alla sua già indubbia bravura musicale quella capacità non comune di potere unire due mondi e due culture ora vicinissime grazie a lei, un album che fa scaturire vivissima la poetica di De Filippo in tutta la sua travolgente bellezza. Una bellezza che racchiude al suo interno suoni, colori e suggestioni destinate a imprimersi nell'ascoltatore in modo indelebile. (Leo Cotugno)