FRANCESCO NAPOLI  "Balla balla"
   (1987 )

Sto per risolvere uno di quei dilemmi che, lo so, da anni vi attorcigliano il cervello. Quindi preparatevi. Siete in vacanza da qualche parte in Europa, magari nella Mitteleuropa: Germania, Austria, Olanda ad esempio. Avete fame, e siete stanchi di zuppe o crauti: c'è quella pizzeria, di solito all'estero hanno tutte nomi come "Bella Napoli" o "Santa Lucia", e almeno riuscite a leggere il menù, sebbene la pizza alla bolognese, proprio, non la avete mai sentita nominare. Nel locale, la solita lagna italica: canzoni anni '30, al massimo un Modugno sbattuto lì come roba innovativa, o una "Sharazan" che, al confronto, sembra trash metal. E' tutta roba sua. Stiamo parlando di un soggetto che, trapiantato negli '80s in Germania, ebbe un'idea meravigliosa: mettere tutti i classici della musica italiana - roba di inizio secolo, quella roba strappalacrime che tanto piace agli emigrati - su una base eurodance. E non si sprecò nemmeno a farla, questa base, dato che prese "Brother Louie" dei Modern Talking e la rifece pari pari: nacque così "Balla Balla", minaccioso calderone di luoghi comuni e di frasi tratte da canzoni che facevano impazzire i nostri nonni. In Europa ne impazzirono, grazie anche al nome ("Francesco Napoli", insomma...) che sembrava fatto apposta per far da colonna sonora alle pizzerie italiane. Chissà perché, il soggetto non ebbe mai la voglia di ripassare il Brennero e proporre le sue canzoni anche al suo paese: eppure in tante sue liriche le frasi "amore mio tornerò" ci sono. Ma tra una "Sul mare luccica" mixata con "Cheri cheri lady" e una "Marina" intinta di qualche auf wiedersehen sparso qua e là, il tempo non lo ha trovato. Peccato: il ragazzo meriterebbe una occhiata, e sul suo sito - dove si parla di vendite plurimilionarie - si può sentire un pezzo di una sua nuova canzone. A Sanremo farebbe sfracelli, altro che Meneguzzi. (Enrico Faggiano)