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news - rassegna stampa

28/08/2013   THE BYRDS
  Nonostante i ripetuti inviti di David Crosby, il 50° anniversario non porterà la reunion

L’anno venturo segna il cinquantesimo anniversario della fondazione dei Byrds, ma non aspettatevi che decidano di commemorare l’occasione con una qualche forma di “reunion”. Nonostante il grande interesse manifestato in questo senso dai cofondatori Chris Hillman e David Crosby, il frontman Roger McGuinn resta fermamente contrario a una nuova formazione della leggendaria e rivoluzionaria formazione folk rock. “Sono felice di considerare i Byrds un bel ricordo e basta”, dice a Rolling Stone. “Io e David ne abbiamo parlato a lungo, e secondo me una reunion verrebbe fatta solo per soldi. Andremmo in giro, suoneremmo sotto qualche tetto, faremmo forse un paio di milioni da dividere per quattro o forse per cinque.Ma non mi interessano le cose costose. Non ho bisogno di comprarmi una Ferrari o cose di quel tipo”. McGuinn spiega che la sua decisione in controtendenza non ha nulla di personale, e che rimane estremamente affezionato a Crosby. “Oh, voglio bene a David”, dice. “È divertente, è intelligente, ed è pieno di talenti. È uno dei migliori cantanti ad armonizzare sulla faccia del pianeta. È un gran chitarrista e ha scritto delle canzoni davvero belle. Non ho nulla contro David, nulla di personale… Devo reiterare che secondo me sarebbe una cosa fatta solo per fare soldi dei quali non ho bisogno. Mia moglie, vedi, è bravissima a pianificare le spese. Non abbiamo bisogno di tante cose. Siamo un po’ come Pete Seeger, che fece soldi ma li diede via e andò a vivere su quella collina”. Crosby, da parte sua, è un po’ frustrato dalla situazione di stallo ma anche lui ricambia la stima di McGuinn: “Roger era almeno il 50 per cento dei Byrds. È un musicista fantastico, una persona brillante. Penso che sia il miglior interprete al mondo del catalogo dylaniano. Solo che non è interessato a rimettere insieme i Byrds. È peccato perché io e lui e Chris potremmo davvero farlo. Sarebbe fantastico, ma mi sono stancato di chiederglielo. Devo averlo domandato almeno dieci volte e mi ha sempre detto di no”. I Crosby, Stills and Nash tengono David Crosby molto occupato, ma afferma che se ne avesse la possibilità riuscirebbe a dividersi fra entrambe le formazioni. “Chi è che non vorrebbe essere in due band? Peraltro completamente diverse. Perché il mio lavoro nei Byrds è davvero semplice, in quanto tutto quello che devo fare è la spalla di Roger, e riuscirei a farlo anche dormendo. Dovresti vedere quanto ci divertivamo a prendere una canzone come ''Chimes of Freedom'' di Bob Dylan, a trovarle un arrangiamento e a trasformarla in una traccia dei Byrds. Era davvero fottutamente divertente… E per me una reunion non avrebbe nulla a che fare con i soldi. Onestamente non penso che sarebbe una faccenda molto remunerativa”. A prescindere da quanti soldi si farebbero, McGuinn è convinto che è soddisfatto così, da artista solista. “Mi piace essere un cantastorie”, dice. “Viaggio con mia moglie in giro per il mondo e suono in piccoli teatri. Ci divertiamo da matti. Ho appena concluso qualche data con Peter Frampton, ed è stato divertente perché ha una gran band. A breve avrò di nuovo delle date con Mart Stuart, quindi ogni tanto ho una band che mi sostiene. E mi esibisco con i Rock Bottom Remainders quando mi vogliono”. David Crosby vorrebbe scrivere nuove canzoni con McGuinn: un altro scenario improbabile. “Non mi va di scrivere pezzi in questo momento”, dice lui. “Sono ritornato alle mie radici folk ormai diciotto anni fa. È lì che ho lasciato il mio cuore. Mi piace suonare il repertorio tradizionale”. Ma anche se i Byrds non si ritroveranno mai insieme su un palco, Crosby rimane orgoglioso di quanto hanno prodotto. “Bob Dylan veniva a vederci! Aveva saputo che suonavamo la sua roba ma in elettrico, e potevi letteralmente vedere che nel suo cervello c’erano gli ingranaggi che si mettevano a girare. Ci sentì fare ''Mr. Tambourine Man'' e disse ‘Oh-oh…’. E poi andò a cercarsi dei musicisti che potessero rifare quelle cose. Con i primi ad aiutarlo c’era Michael Bloomfield ma le session non andarono tanto bene. Ma quando ti fai aiutare dalla Band… Erano così fottutamente bravi. La prima volta che li ho sentiti suonare volevo ritirarmi dalle scene. Pensai ‘Ok, per me è finita. Non sarò mai in grado di suonare meglio di così’!”. (Rollingstonemagazine)