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news - rassegna stampa

05/09/2013   GIANLUCA GRIGNANI
  'La fabbrica di plastica' viene eletta a sorpresa canzone che meglio rappresenta il rock italiano!

Secondo i lettori di Rolling Stone, la canzone che meglio rappresenta il rock italiano è ''La fabbrica di plastica'' di Gianluca Grignani! Bene. Siccome chi scrive non è così scemo come sembra, l’espressione usata nella sentenza è: “la canzone che meglio rappresenta”. E non “la più bella”, “la più importante”, bla, bla, bla. Perché, comunque, lo sappiamo che un piccolo sussulto, nel vedere la numero uno in classifica, lo avete avuto. Così, invece, se ne può parlare. Perché dopo aver precisato che sì, SÌ, lo sappiamo che se un fan club si mobilita meglio degli altri, anche Cristina D’Avena può vincere, i risultati non sono privi di una loro logica. Il rock non è un genere musicale nel quale l’Italia affonda le sue radici. E' un linguaggio di importazione, che ha preso piede barcollando, e con il perenne complesso dei modelli anglosassoni originali. Viceversa, per quanto riguarda la canzone melodica o “d’autore”, se non ci fosse il problema della lingua (e della xenofobia musicale soprattutto britannica), potremmo giocarcela con inglesi e americani, e spesso – da Domenico Modugno a Laura Pausini, da Paolo Conte a Eros Ramazzotti, da Albano a Tiziano Ferro – abbiamo esportato il prodotto. Sul podio delle smash hits della nostra storia non ci sono ''Rock Around the Clock'' di Bill Haley (25 milioni di copie in Usa) o ''Bohemian Rhapsody'' dei Queen (due milioni e mezzo di copie nel Regno Unito). Secondo il prezioso sito www.hitparadeitalia.it, dietro a ''Questo Piccolo Grande Amore'' di Claudio Baglioni, le piazze d’onore tra i singoli più venduti in Italia sono appannaggio di ''Vita Spericolata'' e ''Azzurro'', riconducibili a due personaggi che hanno fatto rock’n’roll, sì, ma chissà come, quando lo hanno momentaneamente accantonato hanno venduto il triplo. Così, il primato di Gianluca Grignani, che a sua volta, ha venduto il triplo tutte le volte che ha usato l’ammorbidente, sottolinea doppiamente questo aspetto. Perché nel pezzo in questione, ''La Fabbrica di Plastica'', c’è anche questo senso di frustrazione nei confronti del gusto del Paese. Ripetiamo quanto scritto su Rolling Stone: pochi hanno tirato alla musica italiana uno schiaffo come quello di Grignani nel 1996. Pochi mesi dopo un esordio delicato, melodico, che lo aveva elevato a poster delle ragazze innamorate di ''Destinazione Paradiso'' (e di lui), riapparve col ghigno ostile del piccolo Alex di ''Arancia Meccanica'', ringhiando il suo veemente sfogo contro chi lo aveva ben confezionato (“Ma non sono esattamente uscito un prodotto ben plastificato”). Il pubblico rimase spiazzato: scese da 800mila copie vendute a 100mila. Ma forse lo stesso Grignani rimase scottato da quel momento incendiario, e in seguito si rifugiò tra soavi campi di popcorn e birichine aiuole da rasare. Per completezza, ecco la Top 10 per intero: 1 Gianluca Grignani ''La fabbrica di plastica''; 2 Ligabue ''Balliamo sul mondo''; 3 Eugenio Finardi ''Musica ribelle''; 4 Vasco Rossi ''Siamo solo noi''; 5 PFM ''Impressioni di settembre''; 6 Litfiba ''El diablo''; 7 Afterhours ''Male di miele''; 8 CCCP ''Io sto bene''; 9 Edoardo Bennato ''Il rock del capitano Uncino''; 10 Gianna Nannini ''America''. (Rollingstonemagazine)