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12/11/2024
31/10/2013 GINO PAOLI
Il 4 novembre uscirà il nuovo album 'Napoli con amore', insieme a Danilo Rea
''Un dolce anarchico'': cosi' si definisce Gino Paoli, alla soglia degli 80 anni (il prossimo 23 settembre), presentando l'album ''Napoli con amore'', in uscita il 4 novembre su etichetta Parco della Musica Records, terzo capitolo del suo collaudato sodalizio artistico con Danilo Rea, uno dei piu' apprezzati pianisti italiani. Dopo ''Un incontro in jazz - Auditorium Recording Studio'' (2011) e ''Due come noi che…'' (2012), Paoli e Rea dedicano questo disco alla melodia napoletana, di cui sono entrambi appassionati conoscitori e ascoltatori, e ai suoi grandi protagonisti come Libero Bovio, Salvatore Di Giacomo e Roberto Murolo. Proprio nella 'dolce anarchia' Paoli trova un punto di contatto tra la sua filosofia di vita e quella dei napoletani, padri di ''canzoni poetiche dai grandi significati espressivi''. Cita spesso i colleghi della scuola genovese: Fabrizio, Bruno, Luigi, senza mai chiamare per cognome De Andre', Lauzi, Tenco. E si intuisce che gli mancano molto, come pure gli manca ''un giornalista d'altri tempi come Indro Montanelli''. Li definisce ''artisti veri'' in contrapposizione a chi vive la musica ''come business'', e si rammarica per la dimenticanza, da vivi, di altri colleghi come Sergio Endrigo e Umberto Bindi. Quando gli si chiede di un altro genovese, Beppe Grillo, taglia corto e dice: ''E' uno che ci crede, anche se posso non essere d'accordo con lui''. Tornando alla musica, spiega: ''Per me la canzone è dare e non ricevere. Non mi sono stancato di scrivere, ma lo faccio solo quando sento l'urgenza di dire qualcosa. E' inutile fare il 'giovanilista' alla mia età. Scrivo solo le cose che sento, non mi metto nei panni di quello che non sono'', aggiunge Paoli, impegnato anche come presidente della Siae. Con la musica napoletana si e' cimentato anche in passato scrivendo, ad esempio, una canzone, intitolata 'Angela', spacciata a Roberto Murolo come brano di un anonimo per testare la sua reazione. Per quanto riguarda la sua anima da interprete puro, messa in campo in questo album (che include le rivisitazioni pianoforte e voce di pezzi celebri come ''Te vojo bene assaje'', ''O'paese d''o sole'', ''Era de maggio'', '''O sole mio''), Paoli esalta ''il cantare parlato, da chansonnier'', sottolineando che ''una canzone intima'' come '''O sole mio'' non va strillata''. L'interprete a cui si e' ispirato e' Sergio Bruni, ''l'unico che sente il senso delle parole e le interpreta di conseguenza''. Nella filosofia napoletana c'è ''il dramma, la passione, l'ironia'', altra caratteristica, quest'ultima, che sente affine al suo modo di essere. ''Senza ironia non ce la farei ad affrontare la vita'', spiega. ''La musica di Napoli è quella con cui sono cresciuto - dice invece Danilo Rea - e l'ho vissuta pienamente anche nel corso della mia carriera e delle mie collaborazioni. La sua grandezza è nella melodia, oltre che nella poesia dei testi. È nella capacità dei suoi interpreti di unire musica e passione, di emozionare. La canzone napoletana è una derivazione diretta della musica lirica, tra loro c'è quasi un passaggio perfetto: non è un caso che anche i grandi interpreti della lirica abbiano attinto al repertorio napoletano per i loro recital. Paoli e Mina - aggiunge - sono gli unici con cui e' 'buona la prima'''. ''Il cielo in una stanza'' e' un mondo che lega i due artisti. Paoli ricorda che, in quella interpretazione, ''Mina, spesso algida e professionale, mise passione''. Paoli e Rea si definiscono ormai ''una coppia di fatto'', un mono-duo, una cosa sola. ''Ci divertiamo come i pazzi e ci pagano pure'', sorridono, in procinto di riprendere il fortunato giro di concerti in giro per l'Italia. ''In due giorni abbiamo inciso 40, forse 50 pezzi. Poi abbiamo scelto quelli che abbiamo messo nell'album'', che e' gia' disponibile in anteprima su Deezer. Il Festival di Sanremo? ''Non abbiamo preclusioni'', rispondono, dopo aver declinato l'invito di Fabio Fazio per l'ultima edizione. (Ansa)