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02/10/2024
03/04/2016 GATO BARBIERI
Il grande sassofonista è morto a 83 anni per una polmonite
Era nato a Rosario, Santa Fe, in Argentina, nel 1932, è morto a New York a 83 anni, Leandro ''Gato'' Barbieri, sax tenore e compositore. L'ultima vita del gatto randagio con il cappello. Barbieri era chiamato così, el Gato, per il suo modo di passare a suonare tra un club e l'altro, veloce, tra le strade colorate di Buenos Aires, ogni notte con il suo sax. Erano gli anni Cinquanta, il gatto aveva 18 anni, il cappello Fedora a tesa larga, che piegava di lato o in giù. La causa della morte è stata una polmonite, ha detto la moglie Laura, accanto a lui da oltre vent'anni. Era stato operato da poco, aveva subito un intervento di bypass, ha spiegato la moglie. "La musica era un mistero per Gato, e ogni volta che ci giocava, era una nuova esperienza per lui. Voleva questo, voleva lo fosse anche per il suo pubblico", ha detto, "è stato gratificato, riconosciuto, e ha potuto portare la sua musica in tutto il mondo. Era il mio migliore amico, sono stata fortunata". Laura era la sua seconda moglie e madre del suo unico figlio, Christian, che compirà 18 anni domenica prossima. Il suo stile era ribelle, spericolato, ma comprensibile, quasi accessibile per quanto il jazz possa esserlo, sempre in movimento, curioso. La fama arriva negli anni Sessanta con il free jazz, poi torna nei Settanta, per alcune registrazioni di jazz latino, Gato era affascinato dai suoni delle sue origini, comincia a unire soluzioni tecniche più tipicamente jazzistiche con i ritmi sudamericani. Lo scorso anno, nel 2015, vince un Latin Grammy, premio alla carriera. Era stato fermo negli anni Ottanta, dopo la scomparsa della prima moglie, il suo grande amore, nata in Italia, e sua compagna per 35 anni. Morta per una malattia degenerativa, aveva gettato Barbieri in una depressione che ha sconfitto solo, come diceva, grazie alla musica: "La musica mi ha ridato la vita". Ma ci sono voluti anni. Si è risposato nel '96, e non ha mai smesso di suonare, in questi ultimi anni si esibiva al Blue Note, jazz club di New York. Lo ricordiamo per la colonna sonora di ''Ultimo tango a Parigi'', che gli ha fatto vincere un Grammy nel '73. Ma in Italia ha collaborato con grandi cantautori tra cui Pino Daniele e Antonello Venditti (sua la parte di sax in ''Modena''). Pino Daniele nel 1982 a Taranto si è esibito con Gato in un memorabile live che è possibile riascoltare grazie agli archivi Rai. Due anni dopo è stato ospite dell'album ''Apasionando'' del sassofonista argentino, per il quale ha composto ''Terra me siente'' (testo e musica) e ''Tiempo buono'' (musica). Inoltre ha cantato in ''Terra me siente'' e suonato la chitarra acustica in ''Tiempo buono''. Incontri, incursioni pop. Il gatto si affacciava ovunque. La sua colonna sonora per Bernardo Bertolucci è stata uno dei tratti caratteristici del film che fece scalpore nel 1972. Ed è proprio il film interpretato da Marlon Brando e Maria Schneider a dargli il successo mondiale. "Bernardo voleva una melodia sensuale. Mi ha detto, 'non voglio una musica che sia troppo Hollywood ma neanche troppo europea, che è più intellettuale. Voglio una via di mezzo'", ha raccontato Barbieri, "sono sempre stato affascinato dal tango, è profondamente legato alla mia anima argentina" ha spiegato in un'intervista del 1997, notando poi che la metà di argentini, compreso lui, aveva radici in Italia. Aveva maneggiato tutto. Figlio di un carpentiere con la passione per il violino, a 12 anni ascolta Charlie Parker (''Now's the Time'') e inizia a studiare clarinetto, poi passa a sassofono e composizione. Entra a far parte dell'orchestra di Lalo Schifrin nel '53, ma dieci anni dopo, arriva a Roma. La capitale di quella dolce vita indimenticabile, la città dei tetti, perfetta per un gatto. Nel '62 registra per il giovane arrangiatore Ennio Morricone l'assolo in ''Sapore di sale'' di Gino Paoli, resta in Italia, vola a Milano per partecipare alla registrazione dell'album ''Nuovi sentimenti'' di Gaslini, parte per New York con Don Cherry. Ma torna, collabora con il Maestro Piero Umiliani nelle colonne sonore dei film ''Una bella grinta'' di Giuliano Montaldo (1964) e ''Svezia, inferno e paradiso'' di Luigi Scattini (1968). Barbieri ha composto 35 album tra il 1967 e 1982. Nel 1997 il suo album ''Que Pasa'' raggiunge il secondo posto nella classifica di Billboard (jazz contemporaneo). "La mia musica non è jazz. In realtà suono jazz ma in un modo diverso", disse in un'intervista pubblicata l'anno scorso dal quotidiano argentino La Nacion. Gato Barbieri lascia la moglie Laura, il figlio Christian, e la sorella Raquel Barbieri, che vive a Buenos Aires. Al posto dei fiori, la sua famiglia chiede donazioni a The Reciprocity Foundation, un'organizzazione no-profit che aiuta i giovani senza fissa dimora di New York City. Altri mille gatti randagi. (Repubblica.it)