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news - rassegna stampa

01/11/2020   FABRIZIO DE ANDRE'
  Compie 50 anni ''La buona novella'', album che negli anni delle contestazioni studentesche raccontava il più forte messaggio d'amore

"Forse fu all'ora terza, forse alla nona. Cucito qualche giglio sul vestitino alla buona, forse fu per bisogno o peggio per buon esempio, presero i tuoi tre anni e li portarono al tempio". Era il 1970 e Fabrizio De André cantava così la storia di Maria, in un personalissimo viaggio attraverso la vita di Gesù del suo quarto album, "La buona novella". ''La buona novella'' è un concept album tratto dalla lettura di alcuni Vangeli apocrifi (in particolare, come riportato nelle note di copertina, dal Protovangelo di Giacomo e dal Vangelo arabo dell'infanzia), pubblicato l'1 novembre del 1970. Seguendo le caratteristiche degli Apocrifi, in questo album la narrazione della buona novella sottolinea l'aspetto piu' umano e meno spirituale assunto da alcune tradizionali figure bibliche (ad esempio, Giuseppe) e presta maggiore attenzione a figure minori della Bibbia, che qui invece diventano proptagonisti (ad esempio, Tito e Dimaco, i ladroni crocefissi insieme a Gesù). E' stato ritenuto da De André "uno dei suoi lavori piu' riusciti, se non il migliore". «Nel 1969 scrivevo ''La buona novella''. Eravamo in piena rivolta studentesca; i miei amici, i miei compagni, i miei coetanei hanno pensato che quello fosse un disco anacronistico. Mi dicevano: "cosa stai a raccontare della predicazione di Cristo, che noi stiamo sbattendoci perché non ci buttino il libretto nelle gambe con scritto sopra sedici? Noi facciamo a botte per cercare di difenderci dall'autoritarismo del potere, dagli abusi, dai soprusi"... Non avevano capito - almeno la parte meno attenta di loro, la maggioranza - che ''La Buona Novella'' è un'allegoria. Paragonavo le istanze migliori e più ragionevoli del movimento sessantottino, cui io stesso ho partecipato, con quelle, molto più vaste spiritualmente, di un uomo di 1968 anni prima, che proprio per contrastare gli abusi del potere, i soprusi dell'autorità, si era fatto inchiodare su una croce, in nome di una fratellanza e di un egualitarismo universali». E ancora, quando gli fu chiesto per quale assurdo motivo, negli anni della contestazione giovanile, un cantautore rivoluzionario come lui avesse scritto un concept album dedicato a Gesù Cristo, lui rispose: "Perché Gesù Cristo è il piu' grande rivoluzionario della storia!". Per questo la scelta di puntare sui Vangeli apocrifi come traccia da seguire per elaborare la trama del disco. Un modo, questo, per scoprire la vocazione umana, terrena, a volte quasi sofferente, dolorante e quindi provocatoria e rivoluzionaria della figura storica di Gesù di Nazareth. Proprio a 50 anni da quell'uscita - era l'1 novembre per la Produttori Associati - quel capolavoro della canzone d'autore, che nel pieno degli anni delle contestazioni studentesche andava invece raccontando il più forte messaggio d'amore e fratellanza, sposa l'immagine e diventa graphic novel. Per la prima volta infatti la Fondazione De André ha acconsentito a far pubblicare in un libro a fumetti i testi originali dell'album, accostandoli ai disegni del visual artist Paolo Castaldi, nel volume in libreria per Feltrinelli Comics (pp. 112 - 16,00 euro). Se per La buona novella De Andrè si ispirò come detto ai Vangeli Apocrifi, Castaldi, milanese, classe 1982, pubblicato in oltre dieci Paesi al mondo, attraversa i secoli e con i suoi disegni arriva fino al presente, facendo sfilare sul Testamento di Tito (ultima delle 10 tracce dedicata ai dieci Comandamenti) una galleria di volti e storie della cronaca più recente. Da Ani Guibahi Laurent, che a 14 anni ha trovato la morte assiderato a novemila metri d'altezza, tentando di scappare dalla Costa d'Avorio nel vano carrello di un Boeing diretto a Parigi; ad Henriette Karra, uccisa a 17 anni dal padre perché aveva una relazione con un ragazzo musulmano e palestinese. E ancora Franca Viola, nel 1965 prima donna italiana a rifiutare il matrimonio riparatore; il Robin Hood spagnolo Lucio Urtubia; o Edoardo "Baleno" Massari, militante No Tav e anarchico, impiccatosi in carcere dopo l'accusa di alcuni attentati in Val di Susa. Sarà assolto alla fine del processo.