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10/01/2021   LA TOP... 35 SINGOLI DEL 2020!
  I migliori brani dell'anno appena trascorso, secondo il nostro ''super redattore'' Manuel Maverna

Bei tempi, quando ancora si poteva andare all’Esselunga senza mascherina.

Lettore mp3 con playlist “metrò” arricchita ed aggiornata di continuo, cuffiette nelle orecchie e via: verso le sette di sera, di ritorno dal lavoro e prima del rientro a casa, sosta tattica in Porta Nuova per procacciare la cena.

Era il mio palcoscenico preferito, meglio della M2 tra Assago e Garibaldi, meglio del sedile dell’auto coi finestrini abbassati, meglio del box-doccia.

E come Eddie Murphy con “Roxanne” all’inizio di “48 ore”, cantavo-non-sentendomi-cantare per tutta la permanenza nel punto di vendita, mentre pesavo i peperoni o sceglievo le costine migliori.

A volte anche al momento di pagare, non vi dico l’espressione di alcune cassiere.

Intorno, nella generale, frettolosa indifferenza meneghina tipica di quella zona cittadina e di quell’orario, captavo qualche sguardo allibito, sparse smorfie disgustate, superficiale incredulità.

Qualcuno sorrideva o dava di gomito all’amico, alla mamma, al collega: io proseguivo imperterrito nello show improvvisato, mentre accennavo pure alcuni passi di danza, tipo moonwalking.

Nella playlist, parecchie canzoni che sarebbero confluite nella Top 20 dei singoli di fine anno: proprio quella che state per scorrere e nella quale magari troverete qualcosa da latrare a squarciagola come, quando e dove vi pare.

All’Esselunga di Porta Nuova ci sono tornato solo cinque o sei volte nel 2020, ero di passaggio per altre necessità e ne ho approfittato per comprare i nuggets di pollo e gli asciugoni. Ma non cantavo più: un po’ perchè con la mascherina l’effetto non sarebbe più stato lo stesso, un po’ perchè sempre nella mascherina mi si impigliava il filo degli auricolari, e quelli bluetooth non li sopporto.

Questione di mascherina, insomma. E forse di un po’ di spensieratezza in meno, in questo macello.

Le canzoni (che sono stavolta ben 35, tanto tra un lockdown e l’altro c’è più tempo a disposizione) ve le lascio come portafortuna: tutte queste le avrei volentieri cantate – nel consueto stile sguaiato – facendo la spesa una sera qualsiasi.

Preferibilmente, nella corsia dei vini: volete mettere l’effetto scenografico sui clienti?

Statemi benone, alla prossima.

Manuel



1. Vlad in Tears - Dead
Pump up the volume, in alto i cuori! Interno, notte. Molto pulp, ma mai troppo. Power-pop vampiresco, perfetto per l'autunno-inverno.

2. Francesco Sacco - Berlino est
Una meraviglia demodè che sa di polvere e di cose andate storte. Triste e nostalgica, sciolta nell'eco del theremin.

3. Emilie Zoè & Christian Garcia-Gaucher - The painter
Emilie Zoè è la mia cantante (donna) preferita, quindi vogliate cortesemente riservarle l'attenzione che merita. Un ascolto garbato e timido, come lei.

4. Emiliano Mazzoni - Quanta crudeltà
Parole delicate come lama di coltello, peggio di un episodio di Criminal Minds. Cantate con la grazia del buon vicino di casa che ti offre i dolcetti.

5. Matt Elliott - Hating the player, hating the game
In certe giornate non proprio solari, ogni tanto lasciate che Matt Elliott vi abbracci e vi porti un po' sul suo pianeta senza luce: è terapeutico.

6. Latente - Claudio
Nel 2020 hanno fatto un ep di cinque canzoni che si chiama "Le cose importanti". Le avrei messe tutte, ma questa ha anche un bel video.

7. Endzustand - Hass
"If it's not love, then it's the bomb that will bring us together", sosteneva Moz. "Dieses Gefühl nennt man voll Hass", precisa Ralf Rönckendorf. L'odio è vita?

8. The Somnambulist - No use for more
Come coniugare eleganza e contenuti senza apparire spocchiosi: profondità, raffinatezza, gusto.

9. Ubba Bond - Filo interrotto
Ci ho provato, a seguire la sequenza (il)logica del testo: non ce l'ho fatta, mi sono perso a metà della seconda strofa. A voi, adesso.

10. Caltiki - Marta
"Anche se il dottore dice che non esisti [...] Marta tu sei mia". Come svoltare un giornata-no grazie ad una canzonetta.

11. Rossometile - Desdemona
Non facile cantare metal in italiano restando credibili, lo dico sempre: Colonnelli, La Janara, Rossometile ci riescono, ed è un'impresa.

12. The K. - Shit day
Un inno al 2020: se un anno fosse come un giorno, porterebbe il titolo di questa canzone. Ad maiora.

13. Malbianco - Sono una bomba!
Qualcosa tra (vecchi) Afterhours e (vecchi) Verdena: ne esce una sassata di due minuti e mezzo da headbanging davanti allo specchio.

14. Debunk - Only girl
Una martellata punkettona a duemila all'ora, con la cassa in quattro e il basso dritto nello stomaco. Centotrenta secondi come non se ne fanno (quasi) più.

15. Adulkt Life - Stevie K
Tutto lo sporco che volevi, con classe. Un frullatore impazzito in cui finiscono Jesus Lizard, Oxbow, One Dimensional Man e tanto mestiere.

16. Il Branco Barracuda - Vieni a casa mia
Simpaticamente cazzoni e sbrindellati, da mandare in loop dopo qualche bicchierino di troppo per chiudere in bellezza la serata.

17. Pulse - Supersonic trance sphere
Un po' Rammstein, un po' Reverendo. O tipo i Rockets presi malissimo all'opera su detriti di post-space-rock fuori tempo massimo.

18. Indianizer - Sin Cleopatra
Simili (forse) ai C'mon Tigre, ma più festaioli e burloni. Trasudamerica a botte di cumbia & Bacardi: irresistibili.

19. Marco Vorabbi e le Dovute Precauzioni - Freddy
Goliardici come avventori un po' brilli di un'osteria sperduta in mezzo ai campi. Un gioioso casino, ma hanno in repertorio anche molto altro.

20. Secret Sight - There must be a way
Melodia d'antan portata a spasso da un pulsare del basso degno di Simon Gallup e memore di molta new-wave mandata a memoria.

21. Izzy and the Black Trees - Mr. President
R'n'r antico portato in giro da una vestale polacca come fosse la next big thing. Riesce pure a convincerti, a modo suo, con candore.

22. Convertible - Broken dials
Come Elton John che canta i Beatles: il tizio è Hanz Platzgumer, che è più sopra le righe di Elton John e Wayne Coyne messi insieme.

23. Vigo - Hotel Marina
Un bel lentaccio retrò alla moviola: sullo sfondo, il mare d'inverno ed un vecchio hotel lasciato andare. Il ritornello? Tossico e prodigioso.

24. Junglelyd - Tattoo
Vamos a bailar qualcosa, che ce n'è bisogno: dalla Danimarca con sentimento sudamericano, tutto il mondo è paese.

25. Schrecken & Peter Kutin - The trouble with darkness
E' una colonna sonora, ma il film c'è solo in tedesco. Fate come me: fingete che il film non esista, godetevi questo prodigio di raffinata afflizione.

26. Rodo - Dino
Ecco: quando penso ad un cantautorato adatto ai tempi, ho in mente esattamente questi suoni e questo tipo di canzone.

27. Smako Acustico - Il cartello
Violent Femmes del vicentino, ben strana creatura. In bilico tra irrequietezza e risentimento, creano tensione e si lasciano cantare.

28. Soft People - New moon
Le dilatazioni in minore dei National incontrano fosche reminiscenze del dream-pop che fu: suona come un classico, ed è una novelty.

29. Mad Dogs - Not waiting
Ruvido impasto di garage rock pestone e furia tardo 70's nella devota rilettura di gente che la sa lunghissima.

30. Artico - Purgatorio
Malessere a badilate, soffocante come aria velenosa. Nascosto sotto le vaghe sembianze di un emocore più arrabbiato che depresso.

31. Black Tail - China blue (sixteen)
Laid-back come una gita fuori porta a metà maggio, con un filo di venticello e quel sole che scalda, ma non ti fa ancora sudare.

32. Barison Square - Idols
Tolmezzo, provincia di qualche impero. Altro che born in the USA, altro che britpop.

33. LeiBei - Not enough space
Bentornate ragazze, anche nella nuova edizione: canto in inglese, suoni più rotondi. Dieci anni dopo, coi migliori auguri.

34. Les Anges de la Nuit - Trois points de suture
Un duo americano che fa synth-pop anni Ottanta all'europea, cantando un po' in inglese e un po' in francese: da amare senza ritegno.

35. Gold Cage - Halcion
Con passo catatonico à la Low, un gran bel trio losangelino su etichetta Felte: insomma, tutta una garanzia.