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01/12/2021   MOTLEY CRUE
  Vendono tutto il loro catalogo musicale per la somma record di 150 milioni di dollari

Secondo quanto riportato dal magazine statunitense Variety i Mötley Crüe hanno venduto interamente il loro catalogo musicale a BMG per circa 150 milioni di dollari. Secondo quanto riportato l'accordo include ogni album registrato in studio dalla band, dal loro debutto del 1981 con ''Too Fast for Love'' fino a ''Saints of Los Angeles'' del 2008, oltre alle compilation e agli album live.

"È fantastico collaborare con i nostri nuovi partner di BMG", ha affermato il gruppo in una nota. "La loro esperienza con il mondo del rock li ha resi la casa perfetta per continuare a preservare e far crescere la nostra eredità musicale, assicurandoci di rimanere sempre al top".

Questa acquisizione rappresenta la più grande operazione da parte di BMG fin dalla sua fondazione nel 2008. Il manager Allen Kovac ha aiutato i Motley Crue negli anni '90 a rientrare in possesso del loro catalogo da parte della Elektra Records durante una rinegoziazione del contratto.

La vendita del proprio catalogo da parte degli artisti è una delle grandi novità della musica degli ultimi anni, in particolare dell’anno 2020 in cui nessuno è andato in tour (ma il valore delle canzoni non è mai stato così alto) e inevitabilmente uno degli argomenti più controversi. Giganti della musica e della cultura contemporanea come Bob Dylan, Neil Young Fleetwood Mac e Dire Straits ma anche band come Blondie, The Killers e membri dei Bon Jovi e dei Blink 182 hanno venduto a cifre pazzesche i diritti delle proprie registrazioni (non quelli di edizione che restano di proprietà degli editori e degli autori) alle grandi etichette discografiche come Universal e a gruppi come Hipgnosis Song Fund e Primary Wave, interessati ad acquistarli perché come ha dichiarato uno dei capi di Hipgnosis, che è quotata in borsa: «Le canzoni sono un bene che viene consumato costantemente».

Bob Dylan, per esempio ha incassato un unico pagamento di 400 milioni di dollari dalla Universal, che ha pagato 25 volte il valore di quello che il suo catalogo frutta ogni anno. I motivi per avere tutto e subito da parte anche di artisti simbolo della controcultura come Dylan o Neil Young sono tanti e tutti comprensibili: benefici fiscali, la voglia di assicurare un’eredità stabile e definita ai propri figli (Dylan ne ha sei), l’incertezza sul proprio valore di mercato nel futuro, nell’era dello streaming in cui migliaia di canzoni nuove vengono messe sul mercato ogni giorno. (Virgin Radio)