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03/12/2024
TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI
Esce ''Garage dub'', la versione dub di ''Garage Pordenone''

03/12/2024
PROJECT CZAR
La band del nostro collaboratore Johan De Pergy (Ivan Perugini) annuncia un imperdibile live per il 13 dicembre

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12/02/2023   SANREMO 2023 - IL NOSTRO COMMENTO (SEMISERIO)
  Il Festival secondo ''Sua Acidità'' Enrico Faggiano

Anna Oxa - Sali (Canto dell'anima) - (arriva 25) - Ha un utilizzo della voce che le autotuners di oggi si sognano e, quindi, non capiscono. Poi vabbè, si veste come la vecchina che cerca qualcosa che ha perso nell'indifferenziata, e si comporta come la vecchina stessa che quel qualcosa non lo ha trovato, ma se il festival non vuole ghettizzarsi in uno sfiatatoio per ventenni incapaci, allora lei va presa così com'è. Nel male e nel bene, nell'arroganza e nella follia. Almeno non pare ancora a livello cariatide, altroche: canzone che a fine anni ’90 avrebbe fatto sfracelli, altro che “Frozen” della Ciccone.

Ariete - Mare di guai - (arriva 14) - Ragazza mia, saper cantare non è che sia necessario per condurre una vita dignitosa, no? E allora perchè sforzarsi? E, anche tu, ma mi dici come faccio io, antico commentatore, a distinguerti dalle Madame o simili? Cosa dici, sono io che sono poco flessibile o voialtri che vi imitate reciprocamente? Ma, soprattutto, se le voci sono acerbe, non dovrebbero un attimo affinarsi? Ah. Lo stupro di Battiato andrebbe punito in modi qui non riferibili.

Articolo 31 - Un bel viaggio - (arriva 16) - Dalla Maria, intesa come quella di Peter Tosh, alla Maria, inteso come De Filippi. Solita tiritera di nostalgie generazionali, per un qualcosa che alla fine sembra una scialba b-side di Max Pezzali. Attenzione: di Pezzali, non di Pezzali-Repetto. Rendendo la cosa ancora più insipida e banale. D'altronde, non funziona sempre così, che prima fai i guai e poi cerchi di spiegare alla prole che i guai non si fanno? Effetto nostalgia, appunto, come cantavano in "2030" decenni fa. Finendo meglio.

Colapesce e Dimartino - Splash - (arriva 10) - Il tentativo è quello di fare una cosa che assomigli a quella dell'altra volta ma che non sia un clone di quella dell'altra volta. Facile ma non facilissimo, e allora sarà solo il tempo a capire se il popolo adotterà "Splash" o preferirà ritornare sulla leggerissima musica di qualche anno fa. Però il fatto che stia nel solco senza suonare come un plagio è un buon inizio, e forse porterà a casa il risultato, chissà.

Colla Zio - Non mi va - (arriva 20) - La quota cazzara del Festival, laddove un tempo c'era la quota comica o la quota indie. Arrivano i Teletubbies, forse sperano di qualificarsi per la versione Junior dell'Eurofestival, fanno un po' di cagnara, e allora almeno lo Stato Sociale, al di là dei gusti musicali, erano più divertenti a vedersi. Non è che siano i figli dei Boomdabash? E allora su le mani, unz, unz, e peccato che non abbiano più l'età per lo Zecchino D'Oro, poteva essere l'occasione giusta.

Coma_Cose - L'addio - (arriva 13) - Ah, l'effetto Al Bano e Romina, ah, l'effetto Jalisse, ah l'effetto di andare a Sanremo invece che dal terapista di coppia! Magari sarà il nome che fa pensare a roba indie o alternativa, ma solo a me sembrano un upgrade di un Wess con meno melanina e una Dori Ghezzi non ancora Deandrèizzata? Ma sì, va bene, carini carini, però uno li affronta con l'occhio del guardone che si aspetta, alla fine, che trombino sul palco. Cantano anche? Lo so, è secondario, ma poi hanno fatto pace? Forse no, se annunciano di sposarsi. Premio testo come lista nozze.

Elodie - Due - (arriva 9) - Ok, sa anche cantare e di 'sti tempi non é scontato. Ok, cerca un genere pop radiofonico e va anche bene. Ok, sa sempre trovare dei tormentoni. Ma se la gente quando viene presentata non si chiede cosa canterà ma quanta chiappa uscirà o se dalle trasparenze si vedrà un capezzolo, un piccolo problema per la maturità artistica ce lo abbiamo. Posizione un po’ bassa di classifica: forse perché, appunto, la stessa gente la canzone non l’ha ascoltata. D’altronde, se punti più su certe cose che non su altre…

Gianluca Grignani - Quando ti manca il fiato - (arriva 12) - E' Grignani, cosa gli vuoi dire? Che magari gigioneggia su questo ruolo di maledetto del rock - vabbè - e quindi ci marcia un po', che magari è pronto per andarsi a confessare da Barbara D'Urso, che magari è sfiatato (cit.) ma che cosa puoi andargli a dire, oltre? Canzone che andrebbe risentita, magari sfrangiata dalle raucedini, e... quante volte abbiamo sentito a Sanremo lettere a padri, madri, nonni, antenati vari? Però, cosa avremmo voluto in alternativa? Vabbè, ma è Grignani, meglio averlo che non perderlo.

Gianmaria - Mostro - (arriva 22) - Copia di mille riassunti (cit.) per uno che è uguale a tanti altri simili - lo stesso Amadeus gli sbaglia il nome, e chi siamo noi per dargli torto? - e che non si capisce se esca da un cosplay dei Beehive o da un bar dove i camerieri svaccano a fine turno. L'autotune, accidenti, accidenti. Ad ogni modo, chiediamo scusa a quei gregari dei miei tempi: Marco Armani al confronto era John Lennon, e se la tirava meno. E, soprattutto, quanto ci manca la sezione Nuove Proposte dove almeno i bambini potevano un attimo prendere le misure con la vita…

Giorgia - Parole dette male - (arriva 6) - Dove avevamo lasciato la Todrani, almeno a Sanremo? Ah, che aveva una voce bella, bellissima, non supportata dalla qualità della canzoni. Lo dicevano di "Come saprei", figurarsi se non lo si può dire di questa che, già nel titolo, è chiaramente una sferzante accusa a chi canta con marchingegni che coprono le stonature. Non è così? Peccato. Ma dai, è Giorgia, non ha bisogno di doversi raccontare a chi è nato a pane e rabbia. Spesso di facciata. Ad occhio, la sua peggiore classifica tra i big nella storia delle partecipazioni giorgesche a Sanremo. D’altronde, ora con quel nome ce ne può essere solo una.

I Cugini di Campagna - Lettera 22 - (arriva 21) - Bene, ora tornate a cantare "Anima mia": non è con questa che troverete un tesoretto da mettere accanto alla pensione. Paradossalmente, brano che nelle mani di altri non sarebbe nemmeno andato male, ma a chi giovano dei Cugini di Campagna che credono di essere i Daft Punk senza casco? Non è male, meravigliosamente (cit.) a metà tra l'attuale e i '70, ma è quello che ci si aspettava da loro? No, e allora cosa ci si aspettava? "Anima mia".

Lazza - Cenere - (arriva 2) - Curioso caso di canzone che risulta migliore sul palco che non su disco, se vogliamo. Forse una delle meno peggio dei tanti ripetitivi giovini d'oggi, ma tra testi pretenziosamente interiori e vagonate di autotune, alla fine la differenza la fa una cassa in più o meno. Perchè il resto è davvero copincolla: cerca in platea la madre per omaggiarla di fiori. E lei, giustamente, si nasconde per non farsi riconoscere. Secondo posto, e vedremo cosa ne salterà fuori. Ma se alla fine, come detto, risalta rispetto ad altre simili, qualcosa ce lo avrà.

LDA - Se poi domani - (arriva 15) - Niente contro i figli d'arte, però il sospetto è che certi soggetti vengano proposti più per l'hype - non si dice così - che hanno attorno che non per le vere e proprie qualità. Qui siamo nel più dozzinale e accademico sciorinar banalità, e la domanda è: si fosse chiamato BBC, o INPS, o STEEK, avrebbe avuto spazio a Sanremo? Ecco, forse no. Marco Morandi ce la spiega: se non puoi giocare lo stesso campionato del padre, giragli attorno. Ad ogni modo, siamo al sussidiario di terza media.

Leo Gassman - Terzo cuore - (arriva 18) - Non sarebbe male, se non per il fatto che prova un genere che, Deo Gratias, non è quello dei suoi incazzosi e playbakkati coevi ma un po' più, diciamo, musicale. Il problema è che forse non ha ancora lo spessore, l'immagine, lo stile, per reggere la tipologia di canzone che canta. Ma anche lui dirà: se tu, vecchissimo commentatore, ti lamenti dei giovani quando fanno i giovani e ti lamenti dei giovani quando fanno i meno giovani, noi che cosa possiamo fare? Hai ragione, ti chiedo scusa.

Levante - Vivo - (arriva 23) - Misteriosa trasformazione in una Anna Oxa d'annata che imita una Madonna d'annata, è canzone che può essere facilmente riassunta con "col dito orgasmo garantito". Ma, a dire la verità, "Ho fatto l'amore con me" di Amanda Lear era più divertente. Faccia quello che vuole, mica le diciamo niente, no? Magari chieda a Rosa Chemical, che mi pare esperto sull'argomento. Anzi, ha pure portato sul palco un po’ di oggettistica utile alla necessità.

Madame - Il bene nel male - (arriva 7) - Ragazza mia, ma sei sempre così arrabbiata, incazzata, ma la vita che ti ha fatto? Dai, ogni tanto esci fuori, respira aria di mare, fatti un giro in un parco, raccontati una barzelletta, senti una cazzata di Salvini, c'è tutto un mondo intorno, no? Dai, fammi sapere. Ah, una cosa. L'autotune una base anni '80: se devo sentire qualcuno che non canta, su una base vintage, tantovale tornare a Den Harrow, no? O a Valerie Dore, che si vestiva pur’essa di pizzi ma che pareva molto più abbordabile.

Mara Sattei - Duemilaminuti - (arriva 19) - Va riascoltata tante e tante volte. No, non perchè cresca piano piano o quelle solite cose che si dicono. No, va riascoltata tante e tante volte perchè altrimenti proprio non ti entra in testa e... no, non ti entra nemmeno dopo. Dovrebbe durare duemilaminuti di meno.

Marco Mengoni - Due vite - (arriva 1) - Roboante prova di polmoni e di canto, cosa che già lo rende superiore a chi usa trucchi o altro. Poi si potrà disquisire sul fatto che sia esubero di presenza scenica ed esercizio di stile, ma si capisce che gioca un campionato diverso. Il suo sogno, chiaro, è diventare uno dei Village People, intanto fa una non prevedibile, per le tradizioni del Festival, doppietta. Manca un po’ di effetto sorpresa, ma meglio questa vittoria di molti altri. Ora non cada nell’errore di Renga, ovvero diventare il piacione sanremese che però non ne azzecca più una.

Modà - Lasciami - (arriva 11) - Abbiamo passato anni in cui la metà delle canzoni del Festival avevano tra gli autori "Kekko dei Modà", ed era chiaro che l'appiattimento c'era, se un tempo almeno scrivevano i Fossati e simili. Pensavamo di aver superato quei traumi, invece arrieccolo, arrieccoli, con le solite frasi da Baci Perugina. E allora, se lui chiede di lasciarlo, possiamo pretendere la reciprocità? Trascurabile per non dire inutile.

Mr.Rain - Supereroi - (arriva 3) - Call me old fashioned, ma i cori dei bambini vanno bene se li fanno i Pink Floyd. Tanto poi anche lui, piano piano, inizia a rappare, a spiegare cose che non si capisce bene se siano poi così necessarie. Ma, soprattutto, "Cammineròòòò" non era una canzone da chiesa? E allora, perchè non girare 'sta cosa in una recita parrocchiale, direttamente? Non siamo alla ricerca sfacciata dell'applauso perchè i bambini fanno sempre partire gli applausi? Misterioso terzo posto finale, e allora che l’anno prossimo si passi direttamente allo Zecchino.

Olly - Polvere - (arriva 24) - Che cosa distingue Will da Olly, da Rkomi, da Riki (spettate che chiedo a mia figlia chi sono gli altri..)? Niente. Come nei festival di qualche anno fa, quando c'erano le decognomate Annalise, Chiare, varie, eventuali, e non c'era una sillaba che permettesse di riconoscere una dall'altra. E il guaio di Amadeus è stato quello di sdoganarne troppi, almeno ci desse un bignami (non quello di Fedez, per fortuna) con le istruzioni per distinguerli.

Paola e Chiara - Furore - (arriva 17) - Quando tu ti aspetti da Paola e Chiara esattamente quello che Paola e Chiara ti danno. Perchè alla fine si potrà anche dibattere sulle basi anni '90, la nostalgia, il tempo che passa, le milfone scongelate eccetera. Ma se tu (loro in questo caso) sei, di fatto, la migliore rappresentante di un genere, allora cosa dovresti fare di diverso, o di meglio? Non diventerà canzone per i giovincelli, ma per chi sculettava ai tempi di "Vamos a bailar" è esattamente ciò che ci voleva.

Rosa Chemical - Made in Italy - (arriva 8) - Ci si prepara alla sessualità liquida, a robe che poi chissenefrega, fai un po' quello che ti pare, e poi arriva uno che sembra il figlio pazzo di Achille Lauro (eddai, ma avere modelli migliori mai?) con una roba divertente, scanzonata, e che magari verrà suonata e risuonata perchè è simpatica e non certo perchè vengano comunicati chissà quali valori. Vuoi farlo in due? In tre? In dieci? Ma chi ti dice niente? E i triangoli di Zero, e i pensieri di Nicoletta? Ad ogni modo, missione compiutissima, in barba ai maligni e ai superbi (cit.). E tanta gente a rosicare, ma la musica non è anche divertimento? State tranquilli: nessuno diventerà liquido – e poi che male ci sarebbe – solo perché Rosa ha baciato Fedez a Sanremo. A meno che non lo diventi lo stesso Fedez, bruciato vivo dalla moglie.

Sethu - Cause perse - (arriva 28) - La causa persa è l'ennesimo prodotto uguale uguale, identico identico, dell'acerbo mandato in una cassa di acerbi. Bravo? Boh. Carino? Anche no. La pedofilia musicale, come la chiamava Ivano Fossati. Ok, anche noi quando eravamo ggiovani avevamo strazi e cose del genere, ma ci saremmo buttati su questi polli da batteria? No, avevamo altri cantori delle nostre cause perse. Un pochino più capaci.

Shari - Egoista - (arriva 27) - Ma accidenti, porca trota. Ma la vita, là fuori, è così orribile da dover portare queste fanciulle ad arrivare al Festival con lamentazioni, voci spezzate, copie di copie di copie? Amadeus non se ne accorge che avrà pure allargato a 28 cantanti la gara, ma un minimo, un minimo di varietà ci vuole? Una, una che canti che è felice allegra, forse non fa audience? Non che sia brutta: è inutile, come quando compri Shakira su Wish.

Tananai - Tango - (arriva 5) - No vabbè. Uno è pronto per il pistolotto sul cazzaro che cerca di fare il serio e alla fine era meglio che facesse il cazzaro, poi guardi il video della canzone, capisci tante altre cose, e capisci che sei tu, un cazzaro, ad ascoltare certe robe con troppi pregiudizi. Una mazzata, e allora c'è vita anche in queste nuove leve. Brrr. Voto 12. Qualche eco di "Generale" di De Gregori, ma l'argomento è lo stesso, e dire che è stato all'altezza, ecco, è il migliore dei complimenti.

Ultimo - Alba - (arriva 4) - Il sembrare un big nasce dal fatto che, apparendo cantautorale e non autotunato, allora pare chissà chi e cosa. Pompato come il primo Ramazzotti (che, non a caso, duetta con lui: siamo della stessa pasta, biondo, non la bevo sai, e non la bevo che questa è una cover di "Libero dialogo"), ma risalta solo per altrui inadeguatezze: basta per renderlo più di quel che è? Si tolga il broncio, che gli sta davvero andando fatta bene. Non vince, e di nuovo viene battuto da uno che non piace ai Salvini e ai Pillon: tranquillo, verrai risarcito.

Will - Stupido - (arriva 26) - Che cosa distingue Will da Olly, da Rkomi, da Riki (spettate che chiedo a mia figlia chi sono gli altri..)? Niente. Come nei festival di qualche anno fa, quando c'erano le decognomate Annalise, Chiare, varie, eventuali, e non c'era una sillaba che permettesse di riconoscere una dall'altra. E il guaio di Amadeus è stato quello di sdoganarne troppi, almeno ci desse un bignami (non quello di Fedez, per fortuna) con le istruzioni per distinguerli.