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17/06/2023   THE POLICE
  Esattamente 40 anni fa pubblicavano ''Synchronicity'', il loro ultimo album, segnando la fine della band

Il 17 giugno 1983 i Police pubblicavano ''Synchronicity'', il quinto e ultimo album della loro carriera. Un disco maturo, sperimentale, in cui le anime dei tre componenti della band ormai si distanziarono profondamente ma regalandoci alcune delle canzoni più belle e distintive della loro carriera. Per quanto raggiunse in brevissimo tempo la testa delle classifiche (con risultati davvero storici) ''Synchronicity'' divenne l'ultimo album nella storia della band anglo-americana.

Ecco alcune cose che (forse) non conosci sull'ultimo album pubblicato dal trio composto da Sting, Andy Summers e Stewart Copeland. L'album segnò la fine del gruppo, soprattutto per via delle tensioni tra Sting e Stewart Copeland. Il rapporto tra i due implose definitivamente durante le registrazioni di "Every Breath You Take", come raccontato dal produttore della band Hugh Padgham: "durante le sessioni di ''Every Breath You Take'' Sting desiderava un ritmo molto semplice a differenza di Stewart Copeland. Erano stanchi l'uno dell'altro. Sting e Stewart si odiavano a vicenda, e sebbene Andy non mostrasse così tanto odio, era piuttosto scontroso coi due e in studio spesso si poteva assistere a scontri sia verbali che fisici tra i membri della band".

''Synchronicity'' è inoltre il disco che è riuscito a scalzare dalla prima posizione in classifica ''Thriller'' di Michael Jackson. L'ultimo album dei Police è rimasto per sole due settimane consecutive al vertice della classifica ma per ben dieci mesi nella top 100 dei dischi più venduti. L'ultimo album dei Police probabilmente segnerà l'ascesa di Sting come cantautore. Infatti ben otto delle dieci tracce originali del disco vennero interamente composte da Sting ad eccezione di ''Miss Gradenko'', scritta da Stewart Copeland, e ''Mother'' composta e cantata dal chitarrista Andy Summers. L'uscita di ''Synchronicity'' non è stata la definitiva fine dei Police. Dopo una pausa di due anni a seguito del tour di ''Synchronicity'', il trio si riunì nuovamente in studio per lavorare su del nuovo materiale, ma le condizioni non erano tra le più favorevoli. Copeland era in convalescenza a seguito della rottura della clavicola e non riusciva a suonare la batteria. Quelle sessioni non produssero altro che delle nuove versioni di "Don't Stand So Close to Me" e "De Do Do Do Do, De Da Da Da". Sting e Copeland ancora una volta furono del tutto incapaci di accordarsi su qualsiasi cosa. Divenne subito chiaro che la magia del gruppo era davvero svanita.

La copertina originale dell'album, ideata da Jeff Ayeroff e Norman Moore, consisteva in una serie di fotografie sovrapposte a strisce orizzontali trasparenti di blu, rosso e giallo. L'album venne dato alle stampe con 36 diverse varianti, ognuna delle quali mostrava i componenti del gruppo in diverso ordine e con fotografie differenti a seconda della versione scelta. Le foto vennero scattate da Duane Michals. Nella versione più comune dell'album Sting viene mostrato mentre legge una copia di ''Synchronicity'' di Carl Gustav Jung, la cui teoria della sincronicità rappresenta la spina dorsale delle tematiche dell'album. Una foto in quarta di copertina mostra anche un'immagine ravvicinata del libro di Jung, ma specchiato e capovolto. (Virgin Radio)