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27/07/2025
BLACK SABBATH
Ricordiamo il grande Ozzy celebrando le 50 primavere del capolavoro ''Sabotage''

25/07/2025
ONE REPUBLIC
Ritornano con il singolo ''Beautiful Colors'', terzo brano pubblicato per l'anime giapponese ''Kaiju No.8''

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news - rassegna stampa

22/07/2025   OZZY OSBOURNE
  Il ''Principe delle Tenebre'' è morto a 76 anni, da anni soffriva del morbo di Parkinson

Ozzy Osbourne, “The Prince Of Darkness”, icona vivente del rock, il “padrino” della musica heavy metal, si è spento oggi all’età di 76 anni, a Birmingham. John Michael Osbourne, questo il nome di battesimo, era nato il 3 dicembre del 1948, in un sobborgo operaio dell’Inghilterra postbellica: cresce in mezzo alle ristrettezze e alla noia. Quarto di sei figli (due fratelli: Paul e Tony; tre sorelle: Jean, Iris e Gillian), le sue condizioni familiari sono disagiate e ha problemi di linguaggio, essendo dislessico e balbuziente. Ma è dal disagio che germoglia il seme del successo: per oltre mezzo secolo urlerà in faccia al mondo la sua follia e il suo genio.

Abbandonata la scuola, all’età di quindici anni comincia a praticare vari lavori: operaio edile di cantiere, idraulico, attrezzista, operaio in una fabbrica di auto e macellaio presso un mattatoio, ma non si sente portato per questi mestieri. E così, insieme a Tony Iommi (uno dei compagni di scuola che più detestava), Geezer Butler e Bill Ward fonda i Polka Tulk Blues Band che in futuro, dopo alcuni cambi di nome e di membri, si danno il nome di Black Sabbath, dal titolo americano del film di Mario Bava “I tre volti della paura”. Con loro scrive pagine leggendarie del rock pesante: “Paranoid”, “War Pigs”, “Iron Man”. Suoni oscuri, riff inquietanti e testi che parlano di guerra, alienazione, incubi e stregoneria. Il 13 febbraio 1970, con l’omonimo album d’esordio, nasce ufficiamente il genere heavy metal.

Ozzy ne diventa la voce più iconica: il successo arriva a braccetto con i demoni. Ozzy li abbraccia e non si tira indietro. Diventa l’incarnazione stessa dell’eccesso: alcol, Lsd, cocaina, la sua vita è un trip continuo. Famosa è l’aneddotica, leggendaria la follia. Sniffa formiche sul marciapiede in tour con i Mötley Crüe (insieme a Nikki Sixx, in una delle sfide tossiche più assurde della storia del rock), morde la testa a un pipistrello lanciato sul palco, scambiandolo per un pupazzo. Scene al limite tra l’horror e il surreale che ne fanno un’icona pop prima ancora che Mtv lo consacri con The Osbournes, la prima rock-reality serie tv del piccolo schermo. Cacciato dai Sabbath nel 1979 per abuso di sostanze, Ozzy colto da psicosi maniaco-depressiva, si rinchiude in una stanza d’albergo a Los Angeles e rimane lì per poco meno di un anno a bere e drogarsi, disperato, per la fine della sua avventura con la band, riducendosi all’ombra di se stesso.

Ripresosi, Ozzy, con il supporto della futura moglie Sharon Arden, figlia di Don, manager dei Black Sabbath, decide di formare nuovamente un progetto solista. Con lui, un giovane chitarrista destinato a diventare leggenda, Randy Rhoads. “Blizzard of Ozz” e “Diary of a Madman” rilanciano la sua carriera. La voce graffiante, i testi gotici e deliranti, lo stile inconfondibile lo impongono come uno dei più grandi frontman della storia. Anche dopo la tragica morte di Rhoads, scomparso prematuramente a 25 anni in un incidente aereo, Ozzy continua a incidere album fondamentali come “No More Tears” e “Ozzmosis”, portando con sé una generazione di fan e un altro mitico chitarrista, Zakk Wylde. «Non mi sento davvero di essere il padre del metal o del rock, semmai più un fratello maggiore», dirà in più di un’occasione Ozzy ma quanto a musica e carisma come lui non ce n’era. A metà luglio c’era stata la sua ultima apparizione: aveva partecipato, tentando di cantare, a un concerto in suo onore, con tutti i membri dei Black Sabbath riuniti e uno stuolo di super-ospiti: da Dave Grohl, dei Foo Fighters, a Billy Corgan degli Smashing Pumpkins. (Il Sole 24 Ore)