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news - rassegna stampa

30/01/2013   SIMONE CRISTICCHI
  Il giorno di San Valentino uscirà il suo nuovo disco 'Album di famiglia'

Tra amore e rimpianto, un po' orfano delle ideologie, pronto a misurarsi con il suo pubblico con ''Album di famiglia'' (esce per S.Valentino) ed a concedersi una maxi serata romana ai primi di Maggio. Simone Cristicchi si prepara a Sanremo... La sua partecipazione a Sanremo? Su quel palco porterà ''Mi manchi'' e ''La prima volta (che sono morto)'', due brani tratti appunto da “Album di famiglia”, in uscita il 14 febbraio. Una formula, quella del doppio brano per i big, che Cristicchi promuove a pieni voti perché ''...fa felici noi partecipanti, ci permette di fare un mini show...''. “Di ''Mi manchi'', che ho scritto con altri due autori, mi sono letteralmente innamorato, richiama la dolcezza di certi brani di Piovani o di Bakalov. Nel testo ci sono rimandi a Rodari, a Endrigo. Il mio primo recensore è stato mio figlio Tommaso che mi ha detto - racconta Cristicchi all'Adnkronos – “quante belle parole ci sono”. E' una canzone che mi piace perché racconta di un amore delicato, universale, non dedicato necessariamente a una donna; magari quello di un padre per un figlio”. Poi c'è “La prima volta (che sono morto)” e per Cristicchi “è un brano che oggi potrebbe cantare Petrolini, fra l'altro uno dei miei punti di riferimento. Un brano grottesco, surreale, sulla paradossale difficoltà di ritrovarsi all'improvviso senza vita, a fare riflessioni che da vivo non avevi fatto, con la percezione di aver perso il proprio tempo, con il rimpianto di non essere stato abbastanza attento ai propri affetti. Il tutto in una sorta di limbo che racconto come una specie di scuola serale dove siamo costretti a studiare, a seguire un “aggiornamento” alla vita”. Un brano che si può leggere anche in senso politico, riferito all'Italia di oggi fra crisi economica e della rappresentanza politica? “La politica c'è”, risponde Cristicchi, “nel testo c'e' una frecciatina abbastanza esplicita, con un nonno partigiano che chiede al nipote “l'avete cambiato il mondo?” e lui cerca di sviare il discorso. La mia generazione è stata resa un po' impotente dalla politica, siamo in un'atmosfera di stallo”, anche personale, visto che poi Cristicchi confessa di sentirsi “un po' orfano di un mondo, un'epoca in cui il contesto ideologico era più strutturato” e quanto alle prossime elezioni politiche, alla scelta per chi votare, ammette laconico: “Non lo so ancora”. Intanto sa che sul palco dell'Ariston “sarò solo, non porterò nessuno” e, afferma, non porterà neanche l'ambizione di vincere ancora, come fece nel 2007 con “Ti regalerò una rosa”, dedicato al mondo dell'alienazione mentale: “A vincere due volte c'è riuscito solo Domenico Modugno”, ricorda, quest'anno poi è veramente complicato, io non vengo da un talent e ci sono artisti che hanno schiere di follower pronti a dilapidare un patrimonio economico per dargli il loro voto. I miei “fan” sono spesso oltre i 50, non ce li vedo. Comunque per me è un privilegio essere seguito da persone più grandi di me, credo di aver fatto della trasversalità la mia bandiera”. Una bandiera che, dopo Sanremo, Cristicchi sventolerà per l'Italia per promuovere il suo “Album di famiglia” (... anche in giro per librerie...), con in particolare “un grande evento a Roma, all'Auditorium Conciliazione, dove porterò tanti con cui ho collaborato in questi anni su vari fronti, sul palco ci saranno circa 60 persone. Ai primi di Maggio”. Guardando più lontano l'eclettico Cristicchi, musicista, autore, scrittore, attore, fra le sue tante professioni (''...mi piace reinventarmi, piace cambiare pelle e intrecciare i miei vari percorsi...''), sembra privilegiarne una: “In vecchiaia vorrei continuare a raccontare storie, solo questo, magari sulle pagine di un libro, comodamente seduto a una scrivania”. Quarto album, frutto di una piena maturità artistica, “Album di famiglia” è un riassunto tematico di tutte le strade di ricerca percorse da Cristicchi in questi anni: ne “I Matti de Roma” ricorda “che male strano che è la normalità”, una canzone che è anche una tappa del raccontare la sua città dove i matti sono “la smorfia un po' sdentata delle strade di città”. “Senza notte né giorno”, storia da un passato in cui il lavoro è il rischio e la fatica di una vita intera, riecheggia tutto il lungo percorso di “scavo” che Cristicchi ha fatto in questi anni con gli spettacoli legati alla vita di miniera. In “Sipario” rivive la magia polverosa e antichissima dello stare in scena. Cristicchi continuare a stupirsi del mondo ed a guardare dentro di sé, senza perdere mai il contatto con una società che cambia, a volte in peggio, come per l'infanzia tradita o negata di “Scippato”. La crudele che può attraversare il mondo dei media viene denunciata nella struggente “Laura”, ispirata alla biografia e alle vicende dell'attrice Laura Antonelli, un omaggio e un monito, in forma di lettera. “Canzone Piccola”, “La cosa più bella del mondo”, come “Mi manchi”, sono all'insegna di un romanticismo moderno. La storia dimenticata è protagonista, con la complessa vicenda dell'esodo giuliano-dalmata, in “Magazzino 18”, nome del deposito situato nel porto di Trieste che conserva masserizie abbandonate da un intera generazione di italiani costretti all'esilio, e la canzone farà parte di uno spettacolo teatrale in preparazione per la fine del 2013 per il teatro Stabile di Trieste. Nel finale dell'album, Cristicchi regala la poesia “Testamento” di Mauro Mare, uno dei più grandi poeti del secondo '900 nel comporre versi in dialetto romanesco. (Musicalnews)