ANGELAE  "Sassolini"
   (2023 )

Nell’inventario dialogativo, i sassolini son quelli che qualcuno deve togliersi dalla scarpa per liberarsi dal senso di fastidio provocato da persone o fatti, ma c’è un’altra accezione: per l’artista padovana Angelae (Angela Zanonato) i “Sassolini” son quelli che tracciano un percorso, che portano verso destinazioni desiderate o semplicemente, verso il ritorno a casa.

Ed il concetto è per lei talmente importante che lo celebra intitolando, così, il nuovo album, edito dalla Alka Record. “Sassolini” intesi anche come ognuno dei 16 brani che compongono il ciottolato dell’opera, sparso tra sequenze di elettronica, svisate hip-hop e risvolti cantautorati: questi ultimi sono evidenziati in bella mostra nel trittico “I miei capelli bianchi”, “Nel mondo delle favole” e “Occhi asciutti”, mentre sia in “Andersen” che in “Superman” Angela ci avvolge in atmosfere fascinose e rarefatte.

Se la cava egregiamente anche quando ricorre all’idioma britannico per apparecchiare tre piatti soavi e sognanti come l’opener “Once upon a time”, “Dream a little dream of me” e la conclusiva “Happily ever after (even though)”. Invece, la titletrack viaggia leggiadra con garbato commento di sax, mentre il singolo “La casetta in Canadà” non fa altro che rimarcare l’efferatezza tematica del brano che fu del Quartetto Cetra, ma celata sotto false spoglie catchy: ed Angelae ci riesce benissimo, conferendo all’episodio un mood asettico, stralunato e drammatico.

Nelle restanti portate della titletrack, sono disseminate altre sorprese uditive: quindi, fatevi avanti che ce n’è per tutti i palati. Sicuramente, “Sassolini” è un disco istintivo e personale, che attribuisce all'artista angolature scritturali singolari e credibili, nelle quali alligna il forte anelito di ricerca e sperimentazione, per estraniarsi da stilismi inflazionati e portare avanti, così, un’espressione provvidenziale che lenirà la sua difficile relazione con il mondo facilitando (oltremodo) la gestione degli oneri esistenziali, delle nostalgie, delle miserie quotidiane. Ma sempre col vigore dinamico di una composizione fibrillante e compiuta. (Max Casali)