MARCO BARONI  "Luoghi comuni"
   (2023 )

Rimane la cenere, di tutti noi, rimane la musica, rimangono i pezzi di questo terzo disco di Marco Baroni, un disco ben fatto, ben suonato, con testi tesi, diretti. Con molte tracce che rimangono e con qualche traccia che rimane meno, ma che nella track list sono ben bilanciate e passano, quasi, inosservate.

Si parte subito bene con ''E mi comporto bene'', un intro che è un mix di “rapconto” (neologismo creato apposta per Music Map…) e l’industrial ben bilanciata che carica la molla del disco. La traccia successiva è ''Cenere'', la mia preferita, sto ancora canticchiando ''Cenere, cenere, cenere...''. Il suo testo ha dei bei passaggi, come quello dell’ubriacatura di acqua mischiata di tabacco di fine serata, bravo.

Si passa poi per il terzo singolo dell’album (il primo è stato ''Cenere'', il secondo ''Bravissimo Cantautore''), ovvero ''Come si Fa'', a mio avviso una traccia un po' più debole che rispetto alle precedenti non cattura, e si inserisce, a differenza dei brani precedenti, nella mediocrità sonora e testuale dei brani che si possono ascoltare ovunque in questo ultimo periodo.

Per fortuna arrivano ''L’uomo delle Manopole'' e ''Marionette'', che rialzano l’asticella ai livelli precedenti. ''Piuma'', musicalmente bella e con un arrangiamento azzeccato. Bravo, anzi ''Bravissimo Cantautore'' questo Marco Baroni, cantautore e autore di terra emiliana conosciuto dal grande pubblico nel Sanremo 2007: ha pubblicato i precedenti album a distanza di 8 anni l’uno dall’altro, quasi fosse un numero a lui caro.

Nel frattempo però si è dato alla scrittura per altri, da Nek ad Alessio Bernabei. ''Bravissimo Cantautore'', traccia sette! La molla caricata con l’intro qui scatta! Rallentiamo un poco con ''Non Muoverti'', ''Cosa c’è che non va'' e la delicata ''Rapporti'', nel testo un’immagine ben scritta: quando i rapporti si infrangono sui vetri delle delusioni e si staccano come origami il giorno dopo la festa della scuola...

Si chiude con ''Il viso di tutti i miei volti'', che inizia come la prima traccia ma che muta a giusta chiusura del disco, qui però abbiamo una base EDM che ci fa alzare dalla sedia. Bravo! (Marco Camozzi)