AMATO JAZZ TRIO  "Keep straight on"
   (2023 )

Di solito, nei trii jazz, il contrabbassista spicca poco, se non in fase di assolo, e anche quello glielo concedono poche volte. Non è il caso dell'Amato Jazz Trio, pianoforte, contrabbasso e batteria. Nell'album “Keep straight on”, in più momenti il gigante gentile si fa sentire nella sua indispensabilità, nell'economia dei pezzi di questa formazione.

“Arvo”, secondo brano in scaletta, è basato su un tema del contrabbasso. Lo è anche la titletrack, dove, se ci lasciamo prendere dal curioso tema quasi modale (basato su salti di quarte), neanche ci accorgiamo che sono 6 minuti di graduale accelerata! Gli accelerati sono una delle cose più difficili da far bene. Ci vuole un grande affiatamento, bisogna riuscire a ragionare come si fosse un unico corpo, un'unica macchina musicale, anziché tre che dialogano. Spero che rappresenti la loro sintonia anche al di fuori della musica, essendo tre fratelli! Col brano “Fraternidade”, celebrano la loro fratellanza.

Altro tema portante di contrabbasso è quello di “Without nomination”, nonché quello di “Isotta”. Il contrabbassista diciamo che sceglie delle formule che sono più comuni nel basso elettrico; forse è questo, l'elemento che suscita attenzione.

Non è che spariscano gli altri due, chiaro. È solo che il contrabbasso mi ha sorpreso. C'è ampio spazio anche per il virtuosismo del pianista, come nel brano d'apertura “Grafting”, dove indugia su accordi pesanti e quasi marziali, con reminiscenze russe. O in due brani per piano solista, quello che chiude l'album, “Armonie di Saturno”, ed il breve e sognante “Alessia”, che prelude ad un tema “sgangherato”, di nuovo del contrabbasso, quello di “Humpthy Dumpthy”, pezzo dall'esito buffo e divertente, dove il pianista vira al piano elettrico, scelta che torna nell'interpretazione di “Summertime”.

La vera esplosione di tasti bianchi e neri però, si ha in “Toy”, dove ci sono almeno due momenti di entusiasmo allucinante. Aiuta in questo straniamento, l'aver scelto soluzioni non proprio tonali, ma che fanno riferimento alle sperimentazioni novecentesche. Lo fa anche nella sopracitata “Without nomination”, dove sembra quasi pescare da Tchaikovsky. Cascate di note ce le abbiamo anche in “Amandine”. E in “Belli, ma ribelli”, il pianista suona a contrappunto, cioè nota contro nota. La mano sinistra segue una... serie (dodecafonica?) di note, la destra un'altra, e spesso sono dissonanti.

Un trio di fratelli che suona, è cosa rara, e “Keep straight on” è un'occasione per ascoltare la simbiosi dell'Amato Jazz Trio, attivo dal 1987. (Gilberto Ongaro)