FRANCESCO BRUNO  "Zàkynthos"
   (2023 )

Torna il chitarrista Francesco Bruno, che col nuovo album “Zàkynthos” mette da parte la ricerca sulle melodie folk del lavoro precedente (“Onirotree”), per tornare a capofitto nel jazz strumentale totale.

Il titolo indica l'attuale isola di Zante, a cui Foscolo dedicò i suoi noti versi, perché l'ispirazione di Bruno trae spunto dal Mediterraneo, mischiato con suggestioni sudamericane. Difatti, le costruzioni armoniche sono complesse, ricche di modulazioni e sostituzioni, com'è tipico dei compositori brasiliani. Sapete, quegli accordi composti che si scrivono con tanti numeri, ad esempio G9#11b13... Ecco, qui abbondano. Spunti latini si sentono anche nel ritmo del brano dall'inequivocabile titolo “Bayamo”, che presto si trasforma in uno swing canonico.

Le cose che rimangono più impresse, di questi 8 brani, sono il suono morbido della chitarra di Francesco, sempre coi toni chiusi, tipicamente jazz, e il fatto che il trio (chitarra-contrabbasso-batteria) si mantenga ad un volume costantemente basso, anche nei momenti più rapidi e virtuosi. Non c'è, ma a me sembra pure di sentirlo, il vociare di una folla, gente imbellettata che discute di stock options per una società offshore, mentre sorseggiano una caipirinha in una crociera d'élite...

“Zàkynthos” è un album che crea una ben precisa atmosfera soft ed elegante, la evoca e la fa immaginare con il solo ascolto. (Gilberto Ongaro)