VENDITTI & DE GREGORI  "Il concerto"
   (2023 )

Leggere insieme i cognomi di Venditti e De Gregori, mi fa pensare a unioni iconiche, come Crosby, Stills, Nash & Young, o Dylan & Clapton. Antonello e Francesco hanno unito le forze per fare una lunga tournée, iniziata il 18 giugno 2022 a Roma. E il 15 dicembre 2023 è uscito “Il concerto”, album che ci fa ascoltare 17 canzoni tratte da diverse date.

Si potrebbe dire, in un certo senso, che questo è un ritorno dei Theorius Campus. Perché i due cantautori hanno esordito insieme, nel 1972, con questo nome d'arte e un omonimo album; dopodiché, hanno percorso le loro carriere soliste. Ne “Il concerto” c'è traccia di quella originale alleanza, grazie alla bellissima “Dolce signora che bruci”, dove qui i nostri cantano insieme, e ovviamente “Roma capoccia”, che conclude l'album.

In ogni canzone, il pubblico è presente e partecipe; più volte si sentono i ritornelli accompagnati dai cori popolari, accanto al coro vero e proprio, che si sente in “Buffalo Bill”, eseguita in maniera particolarmente emozionante, come “Peppino”. E poi “Generale”, “Bomba o non bomba”, “La donna cannone”, “Notte prima degli esami”, “Rimmel”, “In questo mondo di ladri”, “Buonanotte fiorellino”, “Ricordati di me”... Insomma, un classico dopo l'altro, spesso ancora proposti in radio. “Sotto il segno dei pesci” è conclusa da un bell'assolo di chitarra.

E poi, importanti presenze, due canzoni che vorremmo vedere invecchiare, e invece niente, non invecchiano mai: “Il vestito del violinista”, dedicata alla strage di Beslan in Russia nel 2004, e “San Lorenzo”. Anche se i bombardamenti del 19 luglio 1943 sono lontani, almeno su Music Map, posso scrivere Palestina e genocidio, senza che un algoritmo da social network mi censuri...

Gli applausi non riescono a trattenersi durante l'esecuzione de “La donna cannone”, quando arriva quel famoso stacco di pianoforte dopo la prima strofa, o quando arrivano le parole giuste (praticamente tutte...). Il ritornello lo canta Venditti, è bello sentire che i due si scambino le canzoni più volte. Durante “In questo mondo di ladri”, al “quattro” Antonello aspetta un attimo prima di dire “cantanti”, alludendo che potrebbe dire altro...

Compare la malinconica “Sempre e per sempre”, del 2001. In quest'ultima, e in più punti, si nota l'uso dello slide sulla chitarra elettrica, in stile country americano. L'America è presente da sempre, in maniera contraddittoria e dialettica, nella musica d'autore italiana. Nonostante permei lo stile dei songwriters (musicale e non solo, vedi il cappello da cowboy di Francesco), questa presenza storica dell'influenza del piano Marshall, è però contestata dalle parole di “Modena”, che Venditti scrisse ispirandosi al fallito tentativo di compromesso tra la DC e il Partito Comunista: “E non c'è tempo per cambiare, tempo per scoprire una nuova illusione / La nostra vita è Coca-Cola, fredda nella gola, di un padre troppo tempo amato”.

Ricordare le canzoni di Venditti e di De Gregori è anche ricordare un po' di storia d'Italia, non solo musicale. E salutiamo Roma, capoccia der monno infame! /Gilberto Ongaro)