KEIJI HAINO & GURO MOE  "Drums & octobass"
   (2024 )

Due spiriti affini si incontrano. Keiji Haino, che si autodefinisce “stregone”, è un musicista d'avanguardia giapponese, attivo dagli anni '70 e giunto alla popolarità nei '90, scoperto da John Zorn, ha il fulcro della sua espressività nella performance dal vivo. Utilizza elettronica, chitarra, percussioni e strumenti vari in maniera selvaggia e con l'approccio del free jazz. Lo stesso vale per la voce, che raramente canta, si dedica di più a lamenti, urla e mugolii. La performance è teatrale, il suo corpo alterna momenti statici a scatti frenetici e nervosi. Negli anni, ha creato un'aura di mistero attorno a sé, portando la sua musica d'avanguardia tanto negli hangar, quanto nelle chiese. Un sito ha usato il termine “japonoise”.

Guro Moe l'ho raccontata tre volte su Music Map, parlando di rumori inconsulti dalla Norvegia, minimalismo sperimentale e sludge jazz (http://www.musicmap.it/recdischi/ordinaperr.asp?id=7380),(http://www.musicmap.it/recdischi/ordinaperr.asp?id=9714), (http://www.musicmap.it/recdischi/ordinaperr.asp?id=9736).

Moe suona il basso con la stessa attitudine di Haino negli altri strumenti. Sembra che, di volta in volta, cerchi di raggiungere abissi sempre più profondi, scavando nel suono in maniera brutale, cercando il suono più grave possibile. Quindi sembra quasi inevitabile, che prima o poi l'avremmo sentita suonare anche l'octobass. L'octobass è un contrabbasso gigante, alto circa 4 metri, costruito la prima volta a metà Ottocento. Bisogna usare uno sgabello per suonarlo, e le note che può raggiungere sono talmente gravi, che si perde la nota, sentendo solo il rumore delle corde.

E così, nell'album “Drums & Octobass”, uscito per Conradsound, Keiji Haino e Guro Moe uniscono le loro filosofie, che si sposano bene. Le corde dell'octobass ben accompagnano gli acuti vocali doloranti e i bassi grugniti bestiali, le esecuzioni alle percussioni, gli sforzati negli strumenti a fiato di Haino. Poi i due prorompono in un duetto di voci, interno all'unica traccia di 43 minuti del secondo cd (questo infatti è un doppio album), dal titolo record di lunghezza “Flowers of ice flowers of granite flowers of earth crust flower of the earths interior flower of air of the puls of the wave”. No, non pensate a un duetto melodico di Sanremo: anche Moe, come Haino, utilizza la voce in maniera istintiva e ruvida, emettendo versi animaleschi.

“Drums & Octobass” ci porta in un inquietante scontro tra due buchi neri, uno giapponese e uno norvegese, che fusi insieme creano un vortice di gemiti, rantoli e disorientamento distruttivo. Se ne esce scossi, ma dal vivo dev'essere diverso: scossi e allucinati! (Gilberto Ongaro)