DERHEROLD  "Arcanum I - Rage"
   (2025 )

Le vie... dell’heavy metal sono infinite. I DerHerold, band svizzera che ha preso forma da una singolare idea di Olav Däumling, cantante e artista, sembra abbia adottato questa frase fatta per farla diventare uno slogan.

Del resto è la sintesi stringata per descrivere l’alta qualità compositiva risultante da un album che sulla carta sembrava più prevedibile. È giusto dire che di originale c’è poco o nulla, anche se per Däumling è heavy metal art, ma è stata una piccola impresa raggruppare una quindicina di brani per un album che si lascia comunque ascoltare con attenzione e curiosità.

E' complice l’impatto con la voce sgraziata del corpulento Däumling, per niente ovvia o adattata ad un genere, anche per il fatto che in alcuni momenti diventa narrante. Personalmente a tratti mi ha ricordato il grande Tim Baker dei Cirith Ungol, stimolato anche dai riff e dai ritmi di una band che si muove in maniera granitica e senza orpelli legati ad assoli inutili.

Per i DerHerold è evidente che sia più importante il groove, maggiormente coinvolgente e adatto per supportare le visioni di Däumling.

‘Arcanum’ è stato pensato come una trilogia, di cui questo album è la prima parte. È quindi un concept, costruito attorno al simbolismo dei tarocchi, caratterizzato da momenti riflessivi alternati ad altri momenti dove si annidano tensione ed oscurità quasi doom.

Come già detto, è un modo di intendere il metal abbastanza personale, dove l’urgenza del racconto scavalca l’appartenenza unica al genere, portando la band verso situazioni care anche al rock progressivo. Quindi esteticamente il disco è molto vario, includendo pure momenti di calma armoniosa, come per esempio la malinconica ‘Fading Love’, e pure come un'altra particolare ballata, contenente peraltro striature folk che ne colorano la melodia, che merita una menzione, ovvero ‘Cruisin II’. L’occasione migliore per mettere in risalto la delicatezza della voce di Seraina Schöpfer.

Ma lo spessore artistico, se così si può chiamare, è da cercare nei racconti che stanno dietro brani come l’inquietante ‘Rage’, un autentico tormento in musica rivelato dai tarocchi, il vero elemento oscuro che lega tutti gli episodi dell’album. In attesa che Olav Däumling riveli i prossimi episodi di questo suo viaggio arcano. (Mauro Furlan)