LA CLASSE DIRIGENTE "Termini per una resa"
(2025 )
Resilienza e resistenza sono due sostantivi che vanno riconosciuti ad una band che, tramite un’invidiabile tenacia come poche, riesce a portare avanti il suo credo ideologico, nonostante abbia impattato parecchie traversie nella propria avventura musicale.
Il collettivo catanese La Classe Dirigente ha saputo reagire alla dipartita dello storico produttore Tony Carbone (Denovo, Madonia, Venuti), nel momento in cui erano pronti a rifinire il nuovo album “Termini per una resa”, per poi passare il tutto ad un nugolo di pregiati operatori del settore, sotto l’egida di Roberto Vernetti (Ustmamò, Delta V° e svariati altri).
Il tempo di metabolizzare (in parte) la dolorosa perdita, i ragazzi avvertono l’esigenza di modificare la passata identità di Nadiè (con gli albums: “Questo giorno il prossimo anno” del 2013 e “Acqua alta a Venezia” del 2017) dando vita a La Classe Dirigente (dal 2024).
Con tal nuovo nome, ecco che il quartetto di Misterbianco dà finalmente alle stampe il terzo album “Termini per una resa” (V-Rec label), che ingloba 10 brani per un totale di oltre 40 minuti di musica lontano da smancerie e ruffianerie strategiche.
Infatti, ciò che ci propongono, innanzitutto abbisogna di un ascolto non frenetico, senza scalpitare per le lancette che scorrono inesorabilmente e, in secondo luogo, c’è da marcare il fatto che, nei loro spartiti, pullula un humus di dotto pop-rock con rintocchi indie e, quindi, non proprio un dettaglio da poco.
Nella tracklist si avverte passione, dolore, inquietudine, riscontrabile soprattutto nel singolo “Conosci te stesso” e in “Salutarsi”, “Il tuo mondo 20X20” e “Di lunedi”, mentre le grandi orchestrazioni dell’altro singolo “Pronti inconsistenza via”, di “Mai abbastanza” e nel grande e sontuoso finale di “Francesco ha abbandonato” ci donano brividi a iosa, similarmente alle narrazioni ballad di “Il giorno di un altro” e “Mai abbastanza”, nelle quali si realizza che la voce tremolante del leader Giovanni Scuderi è la cornice ideale per definire la loro progettualità davvero identitaria.
E’ La Classe Dirigente che si aspettava da tempo: quella che ci guida nell’èlite della bella musica. Grazie! (Max Casali)