ROY AMOTZ "To invoke the clouds"
(2025 )
Il flautista Roy Amotz ci propone un lavoro incentrato sul suo flauto traverso solista, principalmente senza arrangiamenti. Propone la propria interpretazione di brani classici e di musicisti del Novecento.
“Air” e “Itinerant” di Toru Takemitsu sono brani concepiti per flauto solo. Nel primo il flautista naviga tra arpeggi spesso esatonali, che sottolineano la sospensione temporale già garantita dalla solitudine dello strumento. Nel secondo si notano soprattutto gli sforzati, le note spinte fino a far sentire il soffio.
“Mai Bataraki II” è di un altro compositore giapponese: Jōji Yuasa. Le sue note, alternativamente prolungate e scattanti, sono il frutto di una sintesi tra lo studio delle avanguardie europee e l'approfondimento delle tradizioni giapponesi. Si può ascoltare questo brano associato a un'esibizione di Teatro Nō (https://www.youtube.com/watch?v=-dApxlpY9xw&t=284s). “Unanswered Questions” invece è del compositore francese Tristan Murail, nel quale Amotz ci fa ascoltare anche dei glissati, oltre che a note particolarmente acute.
“Quays” è un brano per flauto del 1953 firmato dal compositore italiano Giacinto Scelsi, che Amotz esegue fedelmente, mostrando la sua atonalità (Scelsi fu tra i primi a portare in Italiana la lezione dodecafonica di Schönberg, e realizzò musiche microtonali). Dal compositore californiano John Thow invece proviene la titletrack, quest'invocazione alle nuvole per la quale Thow si è ispirato alle tradizioni dei nativi americani. Qui la composizione verte su una scala diminuita; in seguito Roy si concentra su dei trilli, e a legare in maniera particolarmente morbida due semitoni tra loro.
Ci sono anche delle trascrizioni di brani pensati per altri strumenti, come il celebre Preludio della Suite n.1 per Violoncello BWV 1007 di Bach, e anche i Minuetti. Il passaggio dall'umana voce calda del violoncello al più freddo e brillante flauto comporta inevitabilmente una modifica di intenzione della melodia stessa. La cosa si nota ancor di più nel passare dal violino al flauto nella trascrizione dell'”Allemande” della Partita N°2 per Violino BWV 1004, dove le parti legate vengono suonate in staccato. Di Bach abbiamo anche la Sarabanda della Suite n° 5 per Violoncello BWV 1011 e il Preludio della Suite n° 2 per Violoncello BWV 1008.
“Isvha for Flute and Electronics” invece è un brano originale, dove Roy Amotz è affiancato da Bnaya Halperin-Kaddari, compositore qui impegnato nell'elettronica. I due giocano a creare un'atmosfera sperimentale. Come suggerisce il titolo, l'album “To Invoke The Clouds”, uscito per Hortus Editions, è concepito con un'intenzione rituale, che Amotz cerca di portare a noi attraverso la contemplazione del flauto. (Gilberto Ongaro)