CRISTIANO GODANO "Stammi accanto"
(2025 )
Le influenze ci sono ecchediamine, palpabili al palato di ogni onesto sommelier (io IMHO ci ho visto una palette che va da Paolo Conte a Battiato - a lui un disco così sarebbe piaciuto credo - fino agli U2), ma non danno noia né fastidio, sono il DNA che anche il più apparentemente originale dei creatori non può negare.
Ma quello che conquista e convince ascolto dopo ascolto, e credetemi ne ho fatti molti in questo caso (in loop per giorni), e fa in modo che il nuovo disco di Godano sia un imprescindibile e transgenerazionale toccasana, in tempi mesti e grami come quelli attuali, è un altro motivo, più segreto e sostanziale.
Ovvero la capacità di tessere trame e raccontare sogni favole e storie in modo onesto e schietto, che va dritto ai gangli e ai recettori senza che la mediazione pur necessaria dell'arte, dell'artigianato, sia sul piano sonoro che su quello testuale e poetico, abbia mai il sopravvento e si limiti al puro mestiere.
Qui siamo di fronte a un artista puro e vero che, se fa una cosa, la fa pensata e sentita e non tirata via solo per campare poco e male. Certo i fan dei Kuntz diranno bella scoperta, lo sappiamo da trent'anni, ma sarà che sono coetaneo di Cristiano, così succede che in questo ascolto, che è consigliatissimo anche ai non adepti ai lavori, lo percepisco sodale e promettente compagno di viaggio, sia di trasferte in auto sia di meditativi ascolti in poltrona.
Non so cosa dal vivo possa aggiungere all'alchimia magica che irradia da queste che definire canzoni è riduttivo: sono scatole della memoria e scrigni dell'emozione sospese tra spazio e tempo, che parlano in modo diretto e senza infingimenti di sentimenti e vicende comuni a tutti noi che ascoltiamo.
Da non mancare di questi otto brani inediti "Nel respiro dell’aria", "Dentro la ferita'' (con Samuele Bersani), "Lode all’istante" e "Ti parlerò", ma tutte meritano un nove pieno. Ora che Paolo Benvegnù non è più tra noi, tramontato l'estro creativo di Manuel Agnelli, teniamocelo stretto uno che come Godano fa ricerca fuori dagli schemi e osando ma senza farla fuori dal vaso, e tiene comunque tesa e alta l'asticella di una musica italiana altrimenti ben poco di qualità e volta solo al passato.
Qui si guarda oltre, avanti e di lato e non è certo poco. Chapeau. (Lorenzo Morandotti)