EMANUELE COLANDREA  "Uno"
   (2025 )

Alla faccia della malizia strategica, e quanto è bello scoprire di quanta spontaneità è imbottito il nuovo album “Uno” di Emanuele Colandrea, cantautore del circondario di Latina, che lo ha realizzato non disturbando nessuno, preferendo scriverlo e suonarlo tutto in completa autonomia (compreso mix, mastering ed arrangiamenti).

Teoricamente, questo disco poteva benissimo intitolarsi “Fatto da me”, ma lui aveva l’urgenza di battezzarlo “Uno”, un numero al quale attribuisce significati importanti: dal fatto di essere qui Uno solo, al vivere un(o) giorno alla volta per gustarsi un(o) minuto alla volta e, non ultimo, quello di sentirsi Uno “nei” tanti artisti in Circolazione (e non “dei” tanti).

Quindi, emerge la voglia di ricominciare da “Uno” (e non da “zero”) consegnando alle nostre orecchie ben 13 brani per 38 minuti complessivi. Anche alla terza prova (dopo “Un giorno di vento” del 2016 e “Belli dritti sulla schiena” del 2022) non possiamo che confermare le buone sensazioni di scrittura al quale Emanuele ci ha abituati sin dall’inizio.

Racconti intimistici come “Sabbia e cemento”, “Ho imparato”, “A forza di essere gente” sono pura eleganza. Racconti sociali come “Con le mani nella guerra”, “Siamo fatti” o “Andiamo camminiamo lavoriamo” sono frustate gentili di denuncia per ciò che non va e per l’illusione che traiamo da certe istituzioni di pensiero.

Sul podio più alto sale “Altro che Colandrea”, splendida folk-ballad che mette in risalto i grandi meriti scritturali dell’artista, capace di racchiudere e descrivere una miriadi di sensazioni umane in quattro minuti. E poi c’è il suo narrato, che lambisce l’empatia evocativa di un Niccolò Fabi in stato di grazia.

Se, come sembra, sta tornando (era ora!) il filone del bel cantautorato, beh… sappiate che dischi come questo ne esce “Uno” ogni anno bisestile. (Max Casali)