BRANDON SANDERS  "The tables will turn"
   (2025 )

Con il batterista Brandon Sanders ci immergiamo nel jazz più classico, quello swing e bebop. Assieme al pianista Keith Brown, Chris Lewis ai sax, Warren Wolf al vibrafono, David Wrong al contrabbasso e anche Christie Dashiell in due pezzi, Sanders incide e pubblica l'album “The Tables Will Turn”, uscito per Compton's Finest.

Sono presenti tre brani originali, tra cui “Miss Ernestine” che è un blues dedicato alla nonna Ernestine Parker, proprietaria del jazz club Casablanca a Kansas City. Apprendiamo quindi che Brandon Sanders è immerso nel jazz da sempre.

“Central and El Segundo”, secondo brano originale, è un veloce swing che si caratterizza per certe armonie composite. Tutti i musicisti hanno il loro momento d'assolo, quello che mi resta più impresso è quello del vibrafono. Il terzo brano originale è la titletrack che chiude la scaletta dell'album. “The Tables Will Turn” si basa su un inciso di sax e una sequenza luminosa di pianoforte, che gira intorno a un accordo maggiore con la settima minore. Sì insomma, anche qui l'atmosfera è molto blues.

Le cover non sono molto prevedibili. Sì, c'è Charlie Parker e la sua vivace “Moose The Mooche”, ma anche “Human Nature”, famosissima canzone cantata da Michael Jackson ma in realtà scritta da Steve Porcaro, il tastierista cofondatore dei Toto, che qui non sfigura cantata da Dashiell e suonata con una filigrana leggera.

C'è il momento del lento jazz, ed è la ballata “Aisha” di McCoy Tiner, resa nota da John Coltrane, dove protagonista è il sassofono. Il brano procede sonnolento e rilassato, per poi passare a un omaggio a Tony Williams, suonando “Sister Cheryl”. Williams fu tra i principali pionieri della fusion. Poi invece si fa visita a un caposaldo del bebop e dell'hard bop, quel simpaticone di Thelonious Monk! Di lui Sanders e soci suonano “Four in One”, riuscendo a far risuscitare lo spirito di Monk, sia al pianoforte che nella folle melodia suonata da sax e vibrafono all'unisono, piena di passaggi in scala esatonale.

Christie Dashiell si congeda da noi cantando “Prelude To A Kiss”, brano lento e sognante dove la voce canta soffice e incantevole. “The Tables Will Turn” sta a metà tra la ricercatezza e la scelta sicura: nei brani reinterpretati compaiono nomi notissimi, ma titoli non troppo frequentati. E nei brani originali invece spicca l'intenzione blues, che non invecchia mai! (Gilberto Ongaro)