LUCA BORGIA  "Fotosintesi"
   (2025 )

Che cosa affascinante la fotosintesi clorofilliana. Questa capacità esclusiva delle piante di fabbricarsi il nutrimento da soli. E “Fotosintesi” è il titolo del nuovo lavoro del chitarrista Luca Borgia, ispiratosi a questo processo trasformativo naturale.

Luca Borgia l'abbiamo conosciuto nel 2022 come mago dei suoni della sua sei corde, quando aveva riversato i frutti dei suoi esperimenti nell'album “Avvolgistanti”, che ho descritto come rilassante e dal suono personale e riconoscibile (http://www.musicmap.it/recdischi/ordinaperr.asp?id=9035). Quell'album è stato ascoltato dal regista Francesco Fei che l'ha voluto contattare per collaborare. Fei ha realizzato un docufilm sul pittore Pellizza Da Volpedo, quello che tutti ricordiamo per la grandiosa camminata dei lavoratori uniti che avanza verso l'osservatore, nel quadro “Il quarto stato”... Il quadro preferito dai sindacati, trovo spesso una stampa nelle pareti di diversi CAF!

Ogni brano è legato a un'immagine o a qualcosa che riguarda il pittore. Se in “Avvolgistanti” Borgia era completamente solo, stavolta fanno capolino alcuni ospiti. C'è il basso, c'è il sassofono di Eros Giuggia che compaiono ad esempio in “Circe”. I timbri si mescolano, anzi si compenetrano in questo caso, come delle pennellate di sfumature diverse.

Anche questa volta, Borgia fa uso di sintetizzatori e oggetti sulle corde per modificare il suono della chitarra in vari modi e con fantasia. In “Vene di marmo” raggiunge tonalità desertiche, mentre ne “Il bacio calipso” riesce a rendere il suono vellutato. “Su un ritratto di vetro” è divisa in due parti, e sono tra i brani più atmosferici e sospesi dell'album.

La sospensione in “Suntrail” è invece qua e là interrotta da colpi di percussione, dando una sensazione di tensione costante. La titletrack chiude l'album arrivando a un bordone (da drone music) che chiude il disco in maniera scura, ma anche avvolgente. “Fotosintesi” è un nuovo capitolo di panorami distesi, di sinestesie delicate tra suoni e immagini che li ispirano, comunicandosi a vicenda. (Gilberto Ongaro)