THOMAS ANDERS "Thomas Anders sings Modern Talking (the series)"
(2025 )
Ok, potrei dirvi che, se volete il riassunto, potreste andare nel motore di ricerca interno del sito, scrivere "Modern Talking", e l'idea avete modo di farvela.
Ma è anche vero che, se siete arrivati qua, allora qualcosa dei due tedeschi la conoscete e quindi non sto a ripetermela. E, allora, che è 'sta roba, direte?
Semplice. Il cantante, Thomas, dopo averci provato varie e varie volte in autonomia con brani nuovi, si è reso conto che non ce la poteva fare. E allora ha reso il suo sound sempre più simile a quello originale, e niente, nemmeno qua.
Quindi, il terzo step? Riprendere i sei album dell'epoca e ricantarli tutti, usando più o meno le stesse basi, diventando di fatto la tribute band di sé stesso. Con copertine clamorose, dove con l'intelligenza artificiale si vede il lui di oggi che ammicca al lui di ieri, e uno strano effetto - ma non l'avevo già sentita? - con moltiplicazione, a mo' di specchi riflessi, del prodotto.
Che fa il pari con quello uscito anni fa a nome del socio, Dieter Bohlen, che ricantò il repertorio da lui scritto (ma non cantato all'epoca) riuscendo a stonare perfino con l'autotune e infarcendo tutto di banale unz unz.
Qui c'è tanta di quella fedeltà con quel che fu da far nascere per forza la domanda: perché? Forse per questioni di diritti d'autore, chissà, ma seguite il consiglio. Passateci solo se siete proprio feticisti, se proprio non potete stare senza la miliardesima versione di "You're My Heart, You're My Soul" o di "Cheri cheri lady".
Ma ditemi voi, chi avrebbe mai potuto avere l'idea di ricantare sei album senza cambiare quasi nulla rispetto a quello che erano? Qui siamo a livelli di "Roby Facchinetti canta i Pooh", o "Simon Le Bon duetta con Simon Le Bon": premiamolo, accidenti!
Ah, dimenticavo: in ogni ri-stampa c'è anche qualche inedito, ovviamente senza spostarsi di un millesimo dallo stile rima facile, falsetto, rima facile, falsetto. Dai, accorrete!!! (Enrico Faggiano)