KARIMA "Canta autori"
(2025 )
Uscito il 28 maggio 2025 per Jando Music e Via Veneto Jazz, il nuovo disco dell’affascinante Karima si propone di richiamare alla memoria del pubblico dodici tra i brani che hanno segnato la storia della canzone d’autore italiana dello scorso secolo.
“Canta autori”, il titolo dell’opera, è un sottile gioco di parole che – pronunciate insieme – fanno naturalmente pensare alla parola “cantautori”: dagli anni ‘50, con “Io” di Domenico Modugno e “Il nostro concerto” di Umberto Bindi, fino a brani creati sulla soglia del nuovo millennio come il “Sempre e per sempre” di Francesco De Gregori, diversi grandi cantautori italiani vengono omaggiati dalla voce passionale e al contempo attenta ai dettagli tecnici della cantante livornese, affiancata dal suo gruppo jazz formato da Bernardo Guerra alla batteria, da Gabriele Evangelista al contrabbasso e dal Maestro Piero Frassi al pianoforte.
Il Maestro Frassi, oltre ad accompagnare la voce di Karima nei suoi concerti da 21 anni, ha anche curato insieme alla cantante i nuovi arrangiamenti dei questi brani ormai storici, presentandoli in vesti nuove, ma rispettose di quelle originali, che lasciano intatti i testi poetici e che conservano l’atmosfera musicale dell’epoca a cui ogni canzone appartiene. Sicuramente la scelta delle canzoni non è stata un lavoro facile, poiché lo stile jazz e black con il quale Karima è nota al pubblico ha dovuto incontrare e accogliere stili musicali diversi… quindi è stato necessario cercare quello che c’è di “jazzabile” in canzoni d’autore italiane, non sempre vicine alle caratteristiche del jazz.
Da tempo conosciuta nell’ambito del jazz statunitense, con prestigiose interpretazioni di brani americani noti, ma anche di brani scritti apposta per lei (come quelli creati da Burt Bacharach, con cui ha collaborato per diversi anni), Karima si è avvicinata con un’iniziale timidezza al repertorio del suo Paese d’origine, l’Italia, ma – come l’artista spiega – è stato proprio il pubblico italiano a fornirle la motivazione per portare il presente progetto a buon fine e con un ottimo risultato: “Una delle spinte più forti che mi ha portato a ideare questo album è stata quella del pubblico che ha sempre risposto con grandi applausi ed entusiasmo alle mie interpretazioni di brani italiani durante i miei concerti e che in parte mi ha indicato la strada”.
In un’intervista televisiva nella trasmissione “Di Buon Mattino” di TV2000, Karima ha svelato tra l’altro che il suo album “Canta autori” è un “disco registrato in presa diretta”: tutti i brani sono stati registrati dal vivo, cioè senza riprendere tante volte ogni brano per correggere le eventuali imperfezioni, quasi come fare un concerto in studio per poi trasporlo in un disco. Ciò ha permesso di conservare l’emozione, la naturalezza e la spontaneità della musica dal vivo, dimostrando ancora una volta l’alto livello di competenza musicale della cantante, di ognuno dei musicisti che la accompagnano e soprattutto dell’insieme voce + gruppo strumentale, consolidato in tanti anni di esperienza.
Oltre a Karima e all’abituale trio jazz, “Canta autori” vede anche la preziosa collaborazione di due grandi nomi della canzone d’autore italiana: Fabio Concato, che duetta con Karima nel suo indimenticabile “Buonanotte a te” e a cui appartiene anche la paternità della canzone “Rosalina” presente sul disco, e Nino Buonocore, che insieme a Karima canta la sua famosa canzone “Scrivimi”.
Nelle interpretazioni dei dodici memorabili brani si possono notare delle particolarità tecniche ed espressive da non trascurare, sia nella parte vocale, che in quella strumentale.
La voce di Karima – che su questo disco è in generale limpida, elegante e tendente al classico – ci sorprende quando in alcuni brevi momenti (per esempio, in “Anna verrà” di Pino Daniele) assume all’improvviso un colorito diverso, più graffiante, ricordando le sue esperienze di musica black.
L’artista aggiunge in alcuni punti del disco anche delle sfumature di creatività espressiva (simile a quella teatrale) per mettere in risalto il contenuto dei testi, come accade nel caso del sorriso un po’ ironico in “Anna e Marco” di Lucio Dalla sul verso “Marco, che a ballare sembra un cavallo”, oppure nella parte finale di “Rosalina” di Fabio Concato, nella quale scherzosamente viene evidenziata la sensualità che la rubiconda protagonista del testo ispira.
Nella performance dei tre strumenti, invece, si notano particolarmente la parte solistica della batteria in “Fortuna” di Mario Venuti, il pizzicato del contrabbasso che imprime un ritmo allegro in “Io” di Domenico Modugno e che sostituisce alla grande la chitarra in “Anna verrà” di Pino Daniele e – di non minore importanza – le parti “synth” che il Maestro Frassi aggiunge a quelle di pianoforte in determinati brani: suoni di archi nelle canzoni “Anna e Marco” di Lucio Dalla, “Il nostro concerto” di Umberto Bindi, “Anna verrà” e “Che ore sò” di Pino Daniele, nonché dei suoni elettronici volti a evocare l’atmosfera musicale di fine anni ‘70 e inizio anni ‘80 in “Prendila così” di Lucio Battisti e in “Quando l’amore se ne va” di Eduardo De Crescenzo (scritta da Claudio Mattone e Franco Migliacci).
Realizzando “Canta autori”, Karima e gli altri musicisti hanno dato alla luce anche un importante lavoro storico e antologico, che permette al pubblico uno sguardo sintetico sull’evoluzione della musica d’autore italiana della seconda metà del Novecento. Se si considerano i dodici brani in ordine cronologico, si può osservare come sono cambiate durante i decenni le modalità di espressione musicale e la percezione individuale e sociale sull’amore, filo conduttore di tutti i testi poetici della presente opera.
“Il nostro concerto” (1955) di Umberto Bindi con il testo di Giorgio Calabrese ci presenta un amore che, a causa delle restrizioni sociali dell’epoca, non può essere vissuto e quindi viene idealizzato e trasposto nella forma simbolica della musica. Nel tempo sono state create numerose cover del brano e la versione di Karima si distingue soprattutto per il ritmo rallentato e per il carattere molto più “sinfonico” di quello dell’originale.
“Io” (1958) di Domenico Modugno con il testo di Franco Migliacci, invece, si riferisce a un amore possibile e che rende felici, ma anche in questo caso nel testo c’è una forte idealizzazione della persona amata. Dal punto di vista musicale, nella presente versione si nota un ritmo velocizzato rispetto a quello originale, passando da un slow foxtrot al ritmo di quickstep e forse di charleston.
“Prendila così” (1978) di Lucio Battisti con il testo di Mogol, se paragonata alle due canzoni scritte negli anni ‘50, fa vedere come in soli vent’anni la società (e di conseguenza, anche la percezione sul significato dell’amore) è completamente cambiata. L’idealizzazione non c’è più, i due semplicemente convivono e la coppia non si separa per via di impedimenti esterni (come nel caso della canzone di Umberto Bindi), ma per libera scelta… Anche nella musica c’è un’aria di profonda rassegnazione, che la versione Karima-Frassi cerca di mantenere anche con aggiunta di suoni elettronici caratteristici dell’epoca.
Più ottimista e più romantica invece è “Anna e Marco” (1979) di Lucio Dalla, nella quale la voce di Karima imprime brillantezza e solarità alla versione originale e la sua ottima dizione invoglia l’ascoltatore a prestare piena attenzione non solo alla musica, ma anche alle bellissime parole.
Musicalmente, in questa versione si nota soprattutto il contributo originale della batteria, che introduce un ritmo quasi latino-americano senza snaturare la personalità della canzone.
“Quando l’amore se ne va” (1981) è l’unico brano del disco per il quale l’autore della musica (Claudio Mattone) non coincide con il cantante a cui storicamente viene attribuita la canzone (Eduardo De Crescenzo, cantautore forse non abbastanza considerato). Il testo scritto da Franco Migliacci, lo stesso autore delle parole di “Io” di Modugno, conserva le caratteristiche poetiche degli anni ‘50: il sentimento amoroso viene idealizzato, colui che se ne va è l’Amore (quindi non una persona qualunque) e la separazione viene vissuta come lutto, non come scelta.
Nella sua interpretazione, Karima mantiene lo stile delicato ma deciso di De Crescenzo, accompagnata discretamente anche da suoni elettronici che, nonostante il testo ancorato nei decenni passati, ricordano il periodo degli anni ‘80, a cui in realtà la canzone appartiene.
La delicatezza – stavolta allegra, scherzosa e sensuale – si sente nella voce di Karima anche in “Rosalina” (1984) di Fabio Concato. Il testo di questa canzone, come ben si sa, scioglie i pregiudizi sull’aspetto fisico delle persone, presentando l’amore vero, quello che trascende l’apparenza… ed è buona cosa il fatto che il brano venga ricordato al pubblico oggigiorno, quando l’importanza eccessiva che viene data all’immagine esteriore ha portato a un inquietante aumento dei casi di disturbi alimentari.
Difficilmente le parole riescono a descrivere il genio artistico di Pino Daniele, di cui Karima conserva le caratteristiche melodiche e sonore uniche interpretando i brani “Che ore sò” (1985) e “Anna verrà” (1989). Come pubblico, possiamo solamente esprimere il dispiacere del non avere più la possibilità di sentire i due artisti cantare insieme… Certo, con i mezzi digitali oggi a disposizione tutto è fattibile, ma nulla può regalare le stesse sensazioni di quando si ascolta musica dal vivo.
La canzone “Fortuna” (1994) di Mario Venuti – fatta rivivere dalla voce brillante di Karima, dai ritmi di samba eseguiti da Bernardo Guerra alla batteria e dagli altri strumenti non meno importanti – porta l’immaginazione a ballare sulle spiagge del Brasile e fa riflettere sul tema dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale. Ovviamente, una percezione sociale dell’amore molto più libera e tollerante rispetto a quella dell’epoca in cui Umberto Bindi scrisse e cantò “Il nostro concerto”.
I due brani cantati in duetto,“Scrivimi” (1990) di Nino Buonocore con testo di Michele De Vitis e “Buonanotte a te” (1999) di Fabio Concato, e anche “Sempre e per sempre” (2001) di Francesco De Gregori, sono canzoni lente e sognanti, in cui Karima aggiunge un più di energia e vitalità alle voci pacate dei tre cantautori.
Qui l’amore, a nostro avviso, viene presentato da una prospettiva più astratta, più cerebrale e meno “sofferta” rispetto a quella che possiamo intuire nei brani dei decenni precedenti: in tutti e tre, la persona amata è fisicamente assente ma è sempre presente nelle lettere scritte, nelle fantasie prima di dormire, nei pensieri filosofici ed esistenziali… Un amore immaginario e virtuale, come tante relazioni sociali nell’era dell’internet.
“Canta autori” è un disco da non perdere, una raccolta di grande valore artistico e culturale, al quale ci auguriamo di poter partecipare spesso anche in emozionanti spettacoli dal vivo. Buon ascolto! (Magda Vasilescu)