MASSIMO BERIZZI "Microverticale"
(2025 )
Prodotto per Zeit Interference/Open Mind – Lizard in collaborazione con SoloQui, “Microverticale” è un concept album di Massimo Berizzi, realizzato con la tromba e l'ausilio dell'elettronica. Berizzi è un musicista di lunga esperienza. Classe '58, proveniente dal collettivo Unfolk, inizia la carriera solista nel 2013 con “Spirali”. “Microverticale” è il terzo capitolo di un trittico, e arriva al seguito di “Undertrack” nel 2021 e “Next Stop” del 2024.
L'approccio sperimentale lo porta a creare dei loop costruiti con il suono elaborato dello strumento, che si trasforma in uno sfondo fluido, un liquido fatto di suoni eterei e piccoli pattern melodici che accompagnano le improvvisazioni con lo strumento “normale”.
Per l'ascoltatore, questa scelta produce un'esperienza immersiva e, a seconda dell'umore del giorno, rilassante o inquietante. Tra le deformità armoniche di “Blu”, i rumori di “Iperbolico”, le rifrazioni di “Bassa marea” e i blocchi innaturali del suono di “Messa a fuoco”, le sensazioni sono diverse ma legate da questa ricerca dell'inusuale.
In “Haiku” (con ospite Gabriele Bruzzolo alle percussioni elettroniche), Berizzi elabora anche il fiato “sordo” (cioè l'emissione di aria nella tromba senza intonare note) per far sentire dei cambi di “atmosfere” (nel senso di pressione). La cosa si ripete in loop in “Satura”, che con il suo movimento per semitoni induce a un clima da rituale. Alcuni dei rumori ottenuti con la tromba vengono campionati per realizzare un ritmo elettronico in “Al jazz cafe”.
I brani tendono ad essere brevi, pochi superano i 3 minuti e uno solo 4: “(Da) Lonely Woman”, che è uno di quelli dove l'elettronica gioca un ruolo minore, dando spazio a un assolo riverberato nel silenzio. Ci sono tracce di un minuto o poco meno, che indicano che l'interesse di Berizzi non è quello di creare delle canzoni strutturate, bensì una serie di impressioni, un elenco di risultati dati dagli esperimenti.
I pezzi sono quindici. La sensazione generale, per citare un altro titolo, è quella di sentirsi “Fuori zona”, in uno spazio liminale che ti costringe a fermarti ed ascoltare con attenzione. Se provi a fare altre attività, quelle attività vengono inevitabilmente “colorate”, influenzate dalle suggestioni di “Microverticale”. Questo tipo di approccio sperimentale aiuta la contemplazione e lo straniamento che porta a trascendere la realtà. (Gilberto Ongaro)