STEFANO BELLON  "Vocativo (live at the Concertgebouw)"
   (2025 )

Con ''Vocativo'', uscito per Arte Sonora by Caligola Records, Stefano Bellon firma un’opera che è molto più di un album: è un viaggio attraverso le tensioni culturali e sonore che hanno plasmato la musica d’arte europea e le sue contaminazioni globali.

Registrato dal vivo in luoghi simbolo come il Concertgebouw di Amsterdam, il disco raccoglie quattro composizioni che coprono oltre un decennio di ricerca, dalla raffinata architettura dell'opener ''Alfabeto deserto'' alla visionaria title-track ''Vocativo'', passando per l’omaggio a Berio in ''Paul McCartney Commentaries'' (eseguito alla Biennale di Venezia nel 2004) e la suggestiva ''Snakes, Skin and Strings''.

Bellon, compositore padovano formatosi alla scuola di Wolfango Dalla Vecchia e perfezionatosi nella scuola di Franco Donatoni e dello stesso Luciano Berio, titolare inoltre della cattedra di composizione al Conservatorio di Padova, intreccia il rigore della scrittura post-seriale con aperture verso idiomi extraeuropei, in particolare asiatici. Non si tratta di semplice esotismo: la presenza dell’Atlas Ensemble, che integra strumenti orientali come l’erhu, e la collaborazione con interpreti di spicco come Yan Jiemin, conferiscono autenticità e profondità a questa polifonia culturale.

Il momento più sorprendente è la partecipazione del mai abbastanza rimpianto Mango nella traccia che dà il titolo all’album: la sua voce, calda e sfumata, si fonde con il tessuto orchestrale in un dialogo che trasforma le poesie di Andrea Zanzotto in materia sonora viva.

È un incontro inatteso tra canzone d’autore e musica contemporanea, capace di emozionare senza compromessi.

Dal punto di vista tecnico, le registrazioni live sono davvero impeccabili: dinamiche ampie, dettagli timbrici nitidi, un mastering che esalta la spazialità delle sale. L’ascolto richiede attenzione, ma ripaga con una ricchezza di colori e strutture che raramente si incontrano in un unico progetto.

In sintesi, ''Vocativo'' è un’opera colta e visionaria, che parla a chi ama la musica come territorio di esplorazione. Non è un disco “facile”, ma è un invito irresistibile a varcare confini estetici e geografici.

Per chi cerca emozione e pensiero in egual misura, è una gemma da non perdere. (Andrea Rossi)