

			
JESTER AT WORK  "Lo-fi, back to tape"
   (2009 )
		
			 Jester at Work nasce nel 2005 come El Dobro, per poi cambiare nome in quello attuale, che meglio rappresenta l’essenza di questo cantautore folk. Un cantautore Lo-Fi sia per scelta che per necessità. Antonio Vitale, la persona che si nasconde dietro questo progetto, è un autore e compositore pescarese classe ‘76, già cantante dei Warm Morning 616, eclettico musicista, che si è ritagliato un po’ di tempo per concentrarsi su sé stesso ed annotare su un vecchio Fostex (rigorosamente made in Japan) le sue canzoni in divenire, i suoi appunti di viaggio, le sue impressioni, i suoi pensieri, sino a creare il sound Lo-Fi dal retrogusto Folk di ''Lo-Fi, Back to tape''. Perché Jester at Work è tornato al nastro magnetico, neanche alla bobina, ha riscoperto la bellezza di un registratore multitraccie a cassetta. Le cassette da “mangianastri” per intenderci, quelle divorate fino a poco tempo fa (anche se sembrano secoli). Antonio probabilmente in macchina le aveva stipate in ogni ripiano e cassettino, di Neil Young innanzitutto, di Johnny Cash, Mark Lanegan, Tom Waits e chissà di chi. Ed è questo il suono che si percepisce: un suono sperimentale nell’essere retrò e moderno nell’essere vintage. Perfetto per rappresentarsi al meglio e per delineare le sfumature delle storie raccontate nelle proprie canzoni.
Jester at Work nasce nel 2005 come El Dobro, per poi cambiare nome in quello attuale, che meglio rappresenta l’essenza di questo cantautore folk. Un cantautore Lo-Fi sia per scelta che per necessità. Antonio Vitale, la persona che si nasconde dietro questo progetto, è un autore e compositore pescarese classe ‘76, già cantante dei Warm Morning 616, eclettico musicista, che si è ritagliato un po’ di tempo per concentrarsi su sé stesso ed annotare su un vecchio Fostex (rigorosamente made in Japan) le sue canzoni in divenire, i suoi appunti di viaggio, le sue impressioni, i suoi pensieri, sino a creare il sound Lo-Fi dal retrogusto Folk di ''Lo-Fi, Back to tape''. Perché Jester at Work è tornato al nastro magnetico, neanche alla bobina, ha riscoperto la bellezza di un registratore multitraccie a cassetta. Le cassette da “mangianastri” per intenderci, quelle divorate fino a poco tempo fa (anche se sembrano secoli). Antonio probabilmente in macchina le aveva stipate in ogni ripiano e cassettino, di Neil Young innanzitutto, di Johnny Cash, Mark Lanegan, Tom Waits e chissà di chi. Ed è questo il suono che si percepisce: un suono sperimentale nell’essere retrò e moderno nell’essere vintage. Perfetto per rappresentarsi al meglio e per delineare le sfumature delle storie raccontate nelle proprie canzoni.