RINO GAETANO  "Nuntereggae più"
   (1978 )

Rino arriva a questo magico '78 con un passato musicale già importante. Nato a Crotone nel 1950, battezzato Salvatore Antonio, è nato artisticamente a Roma. Nel 1970 comincia a bazzicare il Folk Studio, all’epoca dei vari Venditti e De Gregori, ma da quella scuola non attinge la protesta e le rivendicazioni sociali tipiche dell’epoca rinunciando a mettere in musica tutto l’armamentario classico che fa tanto cantautore alternativo. Personaggio che egli sbeffeggia anche nella title track NUNTEREGGAE PIÙ. La sua protesta (se così vogliamo chiamarla) la trasferisce nella satira, con lo sberleffo, l’intelligenza, il non sense dei suoi testi, che sotto una prima veste surreale celano un significato molto preciso. Una sorta di Petrolini traslata negli anni Settanta. I Battisti e i Baglioni sono rimasti in vetta senza che nessuno sia riuscito a soppiantarli o ad imitarli senza fare una pessima figura. Si sentiva il bisogno di qualcosa che si muovesse dal solito cliché politico o romantico. C’è stato Branduardi che con la sua musica d’altri tempi ha dato una bella scossa al panorama cantautoriale italiano e c’è Bennato con le sue prose tra la metafora e la favola. Ora c’è anche Rino Gaetano con un tipo di musica gradevole, intelligente e a suo modo provocatoria. A dire il vero Rino non nasce a Sanremo ma nel 1973, quando cioè Sergio Bardotti e Vincenzo Micocci (proprietario della IT, consorella della RCA) lo notano e gli fanno incidere il primo disco sotto lo pseudonimo di KAMMAMURÌS. La canzone si intitola I LOVE YOU MARIANNA, un inno alla marijuana. Ma tanta spregiudicatezza non basta a premiarlo e allora Rino rivede un po’ le sue carte. Nel 1974 incide INGRESSO LIBERO che non riscuote successo. Una canzone dell’album viene incisa da Nicola Di Bari che ne fa un singolo (AD ESEMPIO A ME PIACE IL SUD). Il successo arriva nel 1975 con MA IL CIELO È SEMPRE PIÙ BLU, in cui indica tutte le contraddizioni dell’odierna società, facendolo sempre col sorriso sulle labbra. Nel 1976 è la volta di MIO FRATELLO È FIGLIO UNICO, dalla quale trae BERTA FILAVA che diviene subito nota anche grazie al costante tam tam delle radio private. Il successo è superiore alle aspettative, tanto che la IT sforna subito un secondo singolo tratto dallo stesso album e inserisce nuovamente BERTA FILAVA come lato B. Il 1977 vede la nascita di AIDA (omaggio all’Italia) e Rino fa di nuovo centro. Certamente non è un cantautore per tutti i palati. Ha il suo pubblico ed è apprezzatissimo anche da chi non ne fa il suo cantante preferito. Sempre sorridente, spiritoso e gentile. Chi scrive ha avuto la possibilità di conoscerlo e frequentarlo quand'era piccolo, per cinque giorni a Napoli, durante le prove di Auditorio A, la trasmissione televisiva che prese il posto di Senza Rete nel 1977. A Roma, qualche mese dopo, poco prima di Sanremo, Rino accolse il suo fan di nove anni come se fosse uno dei suoi più grandi amici di sempre, cosa che non aveva mai fatto nessun cantante prima di allora, sebbene il bambino in questione li conoscesse tutti. E di tutti s’era fatto un idea precisa. Rino Gaetano gli regalò una primizia, GIANNA, il quarantacinque giri che avrebbe portato a Sanremo da lì ad una settimana, dicendogli: "mi raccomando, non lo dare a nessuno prima di Sanremo". Una specie di consegna che il bambino prese alla lettera. GIANNA, una canzone surreale che arriva di botto al primo posto in classifica. Comunque è significativo notare che Rino giungeva al successo totale cantando una canzone surreale e non quando trattava di argomenti della dura quotidianità come i problemi del mezzogiorno, del rapporto padre-figlio, dell’emarginazione. Quasi a voler ribadire che una larga parte del pubblico vuole il divertimento da un cantante e non sentirsi sbattere in faccia i problemi della realtà. GIANNA, che sostiene tesi e illusioni, che promette pareti e fiumi, che ha un fiuto eccezionale per il tartufo e che aveva un coccodrillo ed un dottore, fa breccia in men che si dica grazie col suo testo demenziale e con la musica davvero trascinante. Qualcosa avrà influito anche su quel manipolo di pazzi saliti sul palco a fare coreografia dietro a Gaetano che con una bombetta in testa e una chitarra minuscola cantava la sua canzone. E gli applausi del pubblico erano tutti per lui, facendo presagire un successo davvero grande. Pensate, quel bambino che aveva avuto l’occasione di sentire GIANNA prima di tutti gli altri come era contento! (Christian Calabrese)