I TRADITORI  "Novità"
   (2015 )

A volte riesci a capire lo spirito di un gruppo al primo ascolto, dopo appena un brano, e la cosa può aver molteplici punti di visione ed analisi. Puoi riconoscerti in prima persona nei testi, nel modo in cui le melodie si fondono ad essi in punti e modi ben delineati da anni di precedenti, e quindi esserne appagato e sinceramente stupito. Pppure puoi semplicemente capire di avere una visione della musica completamente differente, ed accettare che certi sentieri musicali sono lontani secoli dalle tue esperienze. Questa premessa è doverosa nei confronti de I TRADITORI e del loro disco curiosamente intitolato "Novità", poichè l'ascolto e la decodifica dei sei brani che compongono questo loro breve esordio è direttamente subordinato al tipo di pubblico che andrà ad approcciarvisi. Paradossalmente le novità enunciate dal nome dell'album sono e rimangono tutte dentro la parola stessa, in quanto ogni passo che compone la tracklist riserva essenzialmente quello che tanti e tanti gruppi pop italiani, generalmente usciti dai vari talent, hanno proposto e propongono tutt'ora, e cioè linee guida sonore e di gergo in cui la giovane generazione di riferimento possa facilmente identificarsi, unite ad un voce che riserva più o meno la stessa modulazione in ogni brano. Qualche piccola luce si può ravvisare nell'oscurità, qualche melodia di chitarra sicuramente orecchiabile e canticchiabile sotto la doccia, ma che, vista nell'ottica dell'appassionato e fruitore di musica, non ha granché ragion d'essere. Il tutto coadiuvato da un linguaggio troppo diretto, come detto, ad un target d'età ben preciso. Alla fine dell'ascolto tutto è come liquido, minuti che attraversano le orecchie e volano via lasciando tanta amarezza per quello che forse in tanti potranno considerare musica pop sincera, ma è proprio in questi casi che i Beatles sembrano davvero esser venuti da un altro mondo. (Riccardo Rossi)