OOLITE  "Yawn"
   (2015 )

Quando i Beatles scrissero "With a little help from my friends", evidentemente Oolite (al secolo Vito Pagliarulo da Como) doveva essere distratto. Nonostante la biografia annoveri la sua presenza in svariati gruppi rock, funky, fusion, e chi più ne ha più ne metta, è infatti palese come il nostro eroe stia benissimo da solo. E che non si lamenti, per questa solitudine, neanche un po'. Ecco quindi che il buon Vito esattamente 10 anni fa, dopo le suddette esperienze, diede alla luce un figlio più che legittimo, l'alter ego Oolite, il cui primo vagito arriva nel 2008, con l'esordio solista "Wax-work", seguito ora da questo "Yawn". Trattasi di musica acustica, sperimentale e spesso elettrica, ma pur sempre acustica, nella quale la chitarra di Vito la fa da padrona, senza però mai far annaspare nell'oblio i restanti strumenti. Un equilibrio notevole, quello raggiunto da Oolite in questo nuovo album, nonostante la suddetta scelta di far tutto praticamente da solo: unico commensale invitato alla tavola è infatti, stavolta, il basso di Andy Grimaldo, mentre contemporaneamente Pagliarulo si diletta, oltre che alle chitarre, anche con batteria, mandolino, percussioni e programmazioni varie. La “one-man-band” evidentemente funziona, quindi, mostrando inoltre una sorprendente varietà di proposte: se l'opening affidato a "Deprot's 12", ad esempio, appoggia un delicato arpeggio su una ritmica essenziale e scarnificata, già nella susseguente "Slump" lo scenario muta totalmente, con una chitarra distorta a-la U2 che introduce un brano nel quale voce ed ambientazione post industrial ricordano i migliori Nine Inch Nails. Ma la punta massima del disco è probabilmente "Fogs Bretons", nella quale una ritmica drum'n'bass fa da sottofondo ad un cantato quasi progressive: esperimento di certo audace, questo, ma riuscito al 100%. Ci sono un mare di idee, insomma, in questo "Yawn", disco che non annoia mai, e che svela al grande pubblico un artista che merita, senza dubbio, grande considerazione. (Andrea Rossi)