

			
RIGO  "Water hole"
   (2016 )
		
			 Non ha bisogno di presentazioni Antonio “Rigo” Righetti, che ha da poco pubblicato un nuovo lavoro discografico, in compagnia di Robby Pellati. “Water Hole” è un disco di otto tracce, in cui la voce e la chitarra acustica di Rigo incontrano la creatività di Pellati, che suona con strumenti e oggetti diversi, nel vero senso della parola. Accanto a loro, Franco Anderlini, con la sua “spiritual harp”, arricchisce ulteriormente un sound molto particolare. Il piglio cantautorale abbraccia sfumature folk e blues, in alcuni casi si percepiscono persino echi country. Uno dei punti di forza di “Water Hole” sta nella sua capacità di mantenere sempre alto il livello di pathos e in testi infarciti di suggestioni letterarie. In tal senso, l’obiettivo di Rigo e compagni è perfettamente centrato: realizzare un disco che fosse capace di creare un senso d’intimità con l’ascoltatore e di generare sensazioni orientate in questa direzione per tutta la sua durata. Fra i pezzi più riusciti, per quanto comunque si debba riconoscere una grande ispirazione dietro a tutti quelli di “Water Hole”, c’è “Tear It Up”, che aggiunge punte d’allegria ad un disco abbastanza intriso di maliconia, come dimostra “King Of Love”, ma è ottima anche la parentesi strumentale “Glass”. “Water Hole” è un’esperienza interessante e molto godibile, è il manifesto del talento di un grande artista, per altro già emerso nelle varie collaborazioni illustri di cui è costellata la carriera di Rigo. (Piergiuseppe Lippolis)
Non ha bisogno di presentazioni Antonio “Rigo” Righetti, che ha da poco pubblicato un nuovo lavoro discografico, in compagnia di Robby Pellati. “Water Hole” è un disco di otto tracce, in cui la voce e la chitarra acustica di Rigo incontrano la creatività di Pellati, che suona con strumenti e oggetti diversi, nel vero senso della parola. Accanto a loro, Franco Anderlini, con la sua “spiritual harp”, arricchisce ulteriormente un sound molto particolare. Il piglio cantautorale abbraccia sfumature folk e blues, in alcuni casi si percepiscono persino echi country. Uno dei punti di forza di “Water Hole” sta nella sua capacità di mantenere sempre alto il livello di pathos e in testi infarciti di suggestioni letterarie. In tal senso, l’obiettivo di Rigo e compagni è perfettamente centrato: realizzare un disco che fosse capace di creare un senso d’intimità con l’ascoltatore e di generare sensazioni orientate in questa direzione per tutta la sua durata. Fra i pezzi più riusciti, per quanto comunque si debba riconoscere una grande ispirazione dietro a tutti quelli di “Water Hole”, c’è “Tear It Up”, che aggiunge punte d’allegria ad un disco abbastanza intriso di maliconia, come dimostra “King Of Love”, ma è ottima anche la parentesi strumentale “Glass”. “Water Hole” è un’esperienza interessante e molto godibile, è il manifesto del talento di un grande artista, per altro già emerso nelle varie collaborazioni illustri di cui è costellata la carriera di Rigo. (Piergiuseppe Lippolis)