

			
IL GIARDINO  "Il mondo in due"
   (2017 )
		
			 La band de Il Giardino si presenta con cinque elementi che vengono così distillati: voce e chitarra di Alberto Atzori, coadiuvato dall'altra sei corde di Fabiano Musino, basso di Carlo Manca e batteria di Simone Giola a cui è affidata la sezione ritmica, ed Edoardo Usai alle cui mani che scivolano sulla tastiera è affidato il compito di chiudere la stella. 
Da qui comincia il mio ascolto, mi immergo nel sound dei ragazzi sassaresi alla ricerca del personale messaggio e premo il tasto play. Mentre le note scorrono e indago un po' su di loro, cerco un collegamento che mi risuoni.
La copertina dell'album: ''Il mondo in due'' mi colpisce per i tre colori, mi incuriosisce se ci sia o meno un nesso tra gli intensi colori dell'isola che li ospita: un campo bianco è la densità del verde che s'immerge e tinge di blu.
Leggendo i titoli scelti per le canzoni che si accompagnano alla musica che ascolto, sbroglio la matassa delle storie raccontate e interpretate e, come nel brano ''Bravi Voi'', capisco subito che Il Giardino parla chiaro e diretto di tutto ciò che disturba e non risuona con le sue idee.
''La penna e la spada'' stuzzica già con 4 parole la mia curiosità, per cui proseguo e piacevolmente ascolto in cerca di comprensione. Anche loro vogliono difendersi con parole e musica e fanno bene, a pieno diritto, perché la musica rilascia endorfine e più si suona più si fa la scorza di quella buona e spessa, e ci vuol coraggio, un bel sorriso e una linguaccia a far pernacchie.
Cari Il Giardino, mi unisco a voi e comprerò il disco per sostenervi, perché in fondo ogni musicista spera di venderne un po', che male c'è? Chissà che qualcuno da quaggiù ci senta..? (Jes's)
La band de Il Giardino si presenta con cinque elementi che vengono così distillati: voce e chitarra di Alberto Atzori, coadiuvato dall'altra sei corde di Fabiano Musino, basso di Carlo Manca e batteria di Simone Giola a cui è affidata la sezione ritmica, ed Edoardo Usai alle cui mani che scivolano sulla tastiera è affidato il compito di chiudere la stella. 
Da qui comincia il mio ascolto, mi immergo nel sound dei ragazzi sassaresi alla ricerca del personale messaggio e premo il tasto play. Mentre le note scorrono e indago un po' su di loro, cerco un collegamento che mi risuoni.
La copertina dell'album: ''Il mondo in due'' mi colpisce per i tre colori, mi incuriosisce se ci sia o meno un nesso tra gli intensi colori dell'isola che li ospita: un campo bianco è la densità del verde che s'immerge e tinge di blu.
Leggendo i titoli scelti per le canzoni che si accompagnano alla musica che ascolto, sbroglio la matassa delle storie raccontate e interpretate e, come nel brano ''Bravi Voi'', capisco subito che Il Giardino parla chiaro e diretto di tutto ciò che disturba e non risuona con le sue idee.
''La penna e la spada'' stuzzica già con 4 parole la mia curiosità, per cui proseguo e piacevolmente ascolto in cerca di comprensione. Anche loro vogliono difendersi con parole e musica e fanno bene, a pieno diritto, perché la musica rilascia endorfine e più si suona più si fa la scorza di quella buona e spessa, e ci vuol coraggio, un bel sorriso e una linguaccia a far pernacchie.
Cari Il Giardino, mi unisco a voi e comprerò il disco per sostenervi, perché in fondo ogni musicista spera di venderne un po', che male c'è? Chissà che qualcuno da quaggiù ci senta..? (Jes's)