

			
FLAVIA STOICA  "Un grande amore non finisce mai"
   (2017 )
		
			 Non tragga in inganno il nome di Flavia Stoica:  non nasce nel Belpaese bensì in Romania e da circa trent’anni  scalda l’ugola, in primis  partecipando a vari festival nella sua terra riscuotendo lusinghieri consensi.  Successivamente trapiantandosi  in Italia, attirando l’attenzione di Luciano Somma per l’etichetta Italian Way Music. Chiaramente, sapendo dell’importante collaborazione col compositore rumeno Ovidui Komornyik (un vero idolo nella patria di Flavia), il suddetto Somma si persuade di seguirla nel suo progetto artistico.  Ne deriva “Un grande amore non finisce mai”,  un lavoro che più pop non si può:  stima o demerito? Nulla da obiettare e rispetto assoluto per chi, comunque, si impegna in un percorso  d’arte però, talvolta, si perdono di vista le attualizzazioni occorrenti per stare al passo coi tempi.  Ed è proprio la storia di quest’album: 10 canzoni leggere leggere che faranno felici i seguaci del sentimental-pop, con buoni arrangiamenti  pacati e zuccherosi. Ma la modernità è un’altra cosa. Manca la miccia, il sussulto che prende all’istante e non lo si può trovare in soluzioni che, sovente, latitano di spessore, e credo che oggi il pop vada  ben oltre certi superati clichè di cuore/amore: e si nota da tempo come  gli addetti ai lavori  stiano cercando di  evitare le tante ovvietà del genere,  per renderlo più fresco, e lo facciano accettare con simpatia e non con sbuffi vari. Partendo dal presupposto che, in questo disco, ci sono anche episodi carini come “Oltre il cielo oltre il mare” e “Nei miei silenzi”, che non peccano di monotonia, e “Ultimo piano del cielo”,  grazioso cha-cha-cha miscelato col mambo, il resto delle tracce va ascoltato con la giusta predisposizione, in cui la  dolce vocalità  di Flavia  conduce nei sentieri timbrici vicini ai territori di Marcella Bella, e questo è, senz’altro, un punto a favore.  Al di là di tutto, auguriamo a Flavia di  far brillare maggiormente  il suo cammino di scelte, trovando sempre la  forza motrice  con ragionata caparbietà e perseveranza, anche  per  tenere fede  al senso del  suo cognome. (Max Casali)
Non tragga in inganno il nome di Flavia Stoica:  non nasce nel Belpaese bensì in Romania e da circa trent’anni  scalda l’ugola, in primis  partecipando a vari festival nella sua terra riscuotendo lusinghieri consensi.  Successivamente trapiantandosi  in Italia, attirando l’attenzione di Luciano Somma per l’etichetta Italian Way Music. Chiaramente, sapendo dell’importante collaborazione col compositore rumeno Ovidui Komornyik (un vero idolo nella patria di Flavia), il suddetto Somma si persuade di seguirla nel suo progetto artistico.  Ne deriva “Un grande amore non finisce mai”,  un lavoro che più pop non si può:  stima o demerito? Nulla da obiettare e rispetto assoluto per chi, comunque, si impegna in un percorso  d’arte però, talvolta, si perdono di vista le attualizzazioni occorrenti per stare al passo coi tempi.  Ed è proprio la storia di quest’album: 10 canzoni leggere leggere che faranno felici i seguaci del sentimental-pop, con buoni arrangiamenti  pacati e zuccherosi. Ma la modernità è un’altra cosa. Manca la miccia, il sussulto che prende all’istante e non lo si può trovare in soluzioni che, sovente, latitano di spessore, e credo che oggi il pop vada  ben oltre certi superati clichè di cuore/amore: e si nota da tempo come  gli addetti ai lavori  stiano cercando di  evitare le tante ovvietà del genere,  per renderlo più fresco, e lo facciano accettare con simpatia e non con sbuffi vari. Partendo dal presupposto che, in questo disco, ci sono anche episodi carini come “Oltre il cielo oltre il mare” e “Nei miei silenzi”, che non peccano di monotonia, e “Ultimo piano del cielo”,  grazioso cha-cha-cha miscelato col mambo, il resto delle tracce va ascoltato con la giusta predisposizione, in cui la  dolce vocalità  di Flavia  conduce nei sentieri timbrici vicini ai territori di Marcella Bella, e questo è, senz’altro, un punto a favore.  Al di là di tutto, auguriamo a Flavia di  far brillare maggiormente  il suo cammino di scelte, trovando sempre la  forza motrice  con ragionata caparbietà e perseveranza, anche  per  tenere fede  al senso del  suo cognome. (Max Casali)